9 maggio, Festa dell’Europa. Bertschy: “Torni a essere luogo solidale”. Rini: “La crisi può essere un’opportunità”

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Sono trascorsi 70 anni da quando l’allora Ministro degli affari esteri francese Robert Schuman, durante un discorso tenuto a Parigi, pose le basi per la nascita dell’Europa, una nuova forma di cooperazione politica i cui tratti caratterizzanti erano la pace e l’unità tra gli Stati membri.

Da allora, il 9 maggio, giorno in cui fu pronunciato quello storico intervento, si celebra la Festa dell’Europa che vuole essere un’occasione per ricordare i valori su cui la stessa si fonda.

L’emergenza sanitaria in corso ci impone di celebrare in modo diverso dal passato questa Festa dell’Europa 2020, nella quale vengono meno i momenti di aggregazione e di incontro che avevano caratterizzato le ricorrenze precedenti.

Ciò nonostante, l’Europa è presente oggi più che mai nella vita di ognuno di noi, grazie alle numerose risposte che sta dando a tutte le nazioni, tra cui l’Italia, che è tra le più colpite dal COVID-19. È importante infatti che l’Europa ritrovi la sua vera natura, cioè di luogo solidale con regole e opportunità che permettano la crescita globale di tutti i paesi che la compongono, solo in questo modo potremo progredire insieme.

Tali risposte vanno a beneficio del sistema sanitario, della ricerca scientifica e del settore economico e sociale.

Anche a livello regionale, tra i numerosi interventi messi in atto  per il prossimo rilancio economico–sociale ve ne è uno in particolare che concerne direttamente i Fondi europei: si sta, infatti, definendo il riorientamento delle risorse residue dei Programmi cofinanziati FESR e FSE, del periodo 2014/20, per fronteggiare la crisi in corso.

Proprio per tali ragioni, l’Assessorato degli Affari europei, Politiche del lavoro, Inclusione sociale e Trasporti ha voluto che la Festa dell’Europa non passasse sotto silenzio, organizzando alcune iniziative dal forte significato simbolico.

Pensando alla musica come linguaggio universale, l’Assessorato grazie alla collaborazione della Fédération des Harmonies Valdôtaines ha realizzato un video che coinvolge i componenti di numerose bande musicali valdostane nella registrazione dell’Inno alla Gioia di Beethoven, inno ufficiale dell’Unione europea.

Il video, visionabile sul canale YouTube della Regione al seguente link https://youtu.be/g1gAaUKc5CU, vede impegnate le nostre bande musicali – che rappresentano il territorio e accompagnano i momenti significativi della vita dei nostri paesi – nell’esecuzione di un brano così evocativo e vuole essere un modo per riflettere sui legami di solidarietà e vicinanza di cui è portatrice l’Europa.

Un’altra iniziativa è dedicata agli studenti valdostani delle scuole superiori di secondo grado, cui sarà proposto un incontro a distanza, tenuto da Gianpaolo Meneghini del Segretariato generale del Parlamento europeo, in occasione del quale si parlerà di Europa: in un momento come quello attuale, è importante rivolgersi proprio ai giovani, che sono il nostro futuro, sensibilizzandoli sul loro ruolo di cittadini europei.

Anche il Presidente del Consiglio Valle, Emily Rini, interviene sulla Festa dell’Europa

«In un contesto pandemico come quello attuale, in cui le frontiere sono di nuovo motivo di demarcazione e i cittadini percepiscono tutta la frammentarietà del momento, è quanto mai necessario che l’Europa e la sua comunità sappiano cogliere da questa emergenza sanitaria, economica e sociale un’occasione per rilanciare e rinsaldare le basi in un’ottica di attenzione sempre più marcata alle esigenze dei singoli territori. Le crisi possono rappresentare un’opportunità e oggi non ci si può permettere di non reagire.»

Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta, Emily Rini, interviene in occasione della Festa dell’Europa, che si celebra il 9 maggio, giorno in cui nel 1950 Robert Schuman ha rilasciato la Dichiarazione che ha dato avvio al processo di integrazione europea.

«Voler festeggiare l’Europa in questa tragica situazione sembra stridere con lo scetticismo dei cittadini nei confronti delle istituzioni comunitarie. Invece, proprio oggi, trascorsi 70 anni da quando quella Dichiarazione è stata pronunciata, è fondamentale interrogarsi sui risultati sinora ottenuti e operare per migliorare le prospettive di un’unione che lo stesso Schuman auspicava fosse “organizzata e vitale”.»

«Un’azione, questa, che deve essere condotta in via prioritaria dalle istituzioni, a ogni livello e ognuno per la sua parte, ma deve coinvolgere tutti i cittadini e tutti i territori, affinché si sentano gli artefici di un’Europa responsabile e lungimirante, un’Europa dei popoli e delle Regioni.»

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