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Sardegna, svolta nella sanità: accordo per medicina generale e AFT

La recente approvazione da parte della Giunta regionale della ratifica dell’Accordo Integrativo Regionale per la Medicina Generale, siglato il 30 settembre 2025, segna una svolta strategica nel percorso di riforma e potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale in Sardegna.
Questo accordo, derivante dall’implementazione a livello regionale del quadro collettivo nazionale del 4 aprile 2024, non è semplicemente un aggiornamento contrattuale, ma un vero e proprio progetto di resilienza e innovazione per il sistema sanitario.
L’obiettivo primario è ridefinire il ruolo del medico di medicina generale (MMG) come fulcro imprescindibile della cura, superando la tradizionale concezione di semplice erogatore di prestazioni per proiettarlo verso un modello di gestore integrato di percorsi di cura personalizzati.

Questo implica un ribaltamento di paradigma: il MMG non è più un singolo professionista isolato, ma un nodo centrale in una rete di servizi coordinati.

Il cuore dell’innovazione risiede nella creazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT).
Queste non sono semplici associazioni di MMG, ma vere e proprie comunità professionali, dotate di studi coordinati, orari condivisi e infrastrutture informatiche interoperabili.
Questo sistema assicura una continuità assistenziale garantita dalle 8 alle 20, estendendo l’accessibilità e riducendo i colli di bottiglia.
L’implementazione delle AFT mira a superare le disparità territoriali, consentendo una distribuzione più equa delle risorse e competenza specialistiche.
Un aspetto cruciale è il rafforzamento delle cure domiciliari.

L’accordo impone un impegno tangibile: i MMG dovranno assumersi la responsabilità della presa in carico di almeno il 10% dei pazienti over 65, direttamente presso il loro domicilio, entro il 2026.

Questa iniziativa, oltre a decongestionare gli ospedali, risponde a una crescente domanda di assistenza personalizzata e accessibile, soprattutto per la popolazione anziana e fragile.

La digitalizzazione assume un ruolo trasformativo.
L’accordo promuove l’adozione strutturata di telemedicina (televisita, teleconsulto e telemonitoraggio), integrando tali strumenti nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) e nella Cartella Clinica Territoriale Informatizzata (CCT).

Questo processo non solo migliora l’efficienza e la comunicazione tra professionisti e pazienti, ma favorisce anche la creazione di un sistema di sorveglianza epidemiologica più efficace.
L’uso dei dati generati dalle piattaforme digitali, trattati nel rispetto della privacy, permetterà di ottimizzare l’allocazione delle risorse e di sviluppare interventi mirati.

Per incentivare l’erogazione di prestazioni ambulatoriali e ridurre il ricorso al pronto soccorso, sono state riviste le tariffe di diverse procedure, come medicazioni, suture, cateterismi e fleboclisi.
Parallelamente, è previsto un incremento delle indennità per i MMG operanti in aree geograficamente isolate o temporaneamente depauperate di professionisti, contribuendo a contrastare lo spopolamento sanitario.

L’Assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi, ha sottolineato come questo accordo rappresenti un ritorno al ruolo centrale del medico di famiglia all’interno del Sistema Sanitario Regionale, integrando le riforme nazionali con una visione regionale che valorizza il lavoro dei medici e garantisce un’assistenza più capillare e continuativa.

L’accordo si configura come un tassello fondamentale di una strategia più ampia che prevede la sinergia tra MMG, Case e Ospedali di Comunità, Centrali Operative Territoriali e Unità di Continuità Assistenziale, delineando un futuro di assistenza sanitaria più efficiente, equa e incentrata sulla persona.

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