L’economia cooperativa, osservata a livello globale, rivela una dinamica di crescita innegabile, un fenomeno che l’Europa e, in particolare, l’Italia, dovrebbero riconoscere come un motore potenziale per lo sviluppo economico e la competitività.
Non si tratta semplicemente di un modello alternativo, ma di una risorsa strategica per riconcettualizzare il ruolo del capitale umano e della sua centralità nel tessuto produttivo.
Come sottolinea Simone Gamberini, presidente di Legacoop nazionale, in occasione del significativo traguardo degli ottant’anni di Legacoop Bologna, è imperativo spostare l’attenzione dal mero profitto a una visione più ampia che integri benessere sociale, sostenibilità ambientale e resilienza economica.
Il movimento cooperativo italiano, con una quota di quasi il 10% del Prodotto Interno Lordo, testimonia un potenziale ancora in gran parte inespresso.
Questa cifra non è solo un dato statistico, ma rappresenta un’infrastruttura economica vitale, un capitale sociale accumulato nel tempo, capace di generare valore in termini di occupazione, innovazione e coesione territoriale.
Si tratta di un ecosistema di imprese che, per definizione, antepone gli interessi dei soci e della comunità, promuovendo un modello di sviluppo più equo e inclusivo.
L’economia sociale e cooperativa non è un anacronismo, ma una risposta concreta alle sfide del XXI secolo.
In un’epoca segnata da crescenti disuguaglianze, precarietà del lavoro e crisi ambientali, le cooperative offrono un’alternativa basata sulla collaborazione, la partecipazione democratica e la responsabilità sociale.
La loro capacità di creare valore condiviso, di investire nella formazione del personale e di operare in modo sostenibile le rende particolarmente adatte a rispondere alle esigenze di un mercato in evoluzione.
L’importanza di questo modello economico non risiede solo nei risultati economici ottenuti, ma anche e soprattutto nell’impatto sociale e culturale che esso genera.
Le cooperative sono spesso protagoniste di iniziative volte a promuovere l’integrazione sociale, a sostenere le fasce più deboli della popolazione e a preservare il patrimonio culturale e ambientale del territorio.
Sono laboratori di innovazione sociale, luoghi in cui sperimentare nuove forme di organizzazione del lavoro e di relazione tra individui e istituzioni.
Per massimizzare il contributo dell’economia cooperativa allo sviluppo del Paese, è necessario un impegno congiunto da parte di istituzioni, imprese e cittadini.
Ciò implica la creazione di un quadro normativo favorevole, la promozione della cultura cooperativa nelle scuole e nelle università, il sostegno alle nuove cooperative e la valorizzazione del ruolo delle cooperative esistenti.
Riconoscere e rafforzare l’economia cooperativa significa investire nel futuro dell’Italia, costruendo un’economia più giusta, sostenibile e resiliente.
L’affermazione, in questa fase cruciale, della sua rilevanza costituisce un atto di responsabilità verso le generazioni future.