Un’onda di mobilitazione ha investito la Sardegna, con un sit-in promosso da Fp Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Fiadel che ha visto i lavoratori dell’igiene ambientale concentrarsi di fronte alla Prefettura di Cagliari.
L’azione, che ha generato inevitabili disagi alla cittadinanza, si configura come un atto di rivendicazione a 360 gradi, ben oltre la mera richiesta di un rinnovo contrattuale.
Al cuore della protesta risiede una profonda preoccupazione per la sicurezza sul lavoro, un tema che affligge il settore con statistiche drammatiche.
I dati relativi agli infortuni, spesso fatali, collocano l’igiene ambientale in una posizione inaccettabile di vertice per rischi e perlustrazioni.
Le organizzazioni sindacali rivendicano con forza un’implementazione rigorosa delle normative di prevenzione, una revisione degli strumenti di sicurezza e un’inversione di tendenza che porti a una radicale riduzione degli incidenti.
L’obiettivo non è solo mitigare i rischi immediati, ma anche indagare e neutralizzare le cause profonde che generano tali eventi, con particolare attenzione alle condizioni di lavoro che possono portare a inabilità permanenti.
Luisa Schirru, della Fp Cgil Cagliari, ha sottolineato come le risposte finora ricevute siano state insufficienti, un segnale di una sottovalutazione delle reali condizioni di disagio vissute quotidianamente dagli operatori.
La mobilitazione rappresenta quindi un monito, un appello a un cambiamento di paradigma che metta la sicurezza e la dignità del lavoratore al centro delle priorità.
Gianluca Langiu, segretario regionale della Fit Cisl Sardegna, ha ampliato la prospettiva, definendo la protesta non una disputa di categoria, ma una vera e propria “battaglia di civiltà”.
Il lavoro nell’igiene ambientale, infatti, non si limita a garantire la pulizia delle città, ma costituisce un pilastro fondamentale per la salute pubblica e la salvaguardia dell’ambiente.
I lavoratori, spesso esposti a condizioni estreme, si trovano a gestire carichi pesanti e strumenti inadeguati, svolgendo un servizio essenziale che merita riconoscimento e tutela.
La persistenza di un contratto scaduto da due anni e le proposte datoriali orientate alla riduzione delle tutele rappresentano, a detta dei sindacati, un’offesa alla dedizione e all’impegno di questi lavoratori.
La mobilitazione si configura quindi come un atto di difesa dei diritti fondamentali, un richiamo alla responsabilità sociale e un impegno a costruire un futuro in cui il lavoro nell’igiene ambientale sia sinonimo di sicurezza, dignità e rispetto per l’uomo e l’ambiente.
Si auspica che questa azione di protesta possa innescare un dialogo costruttivo e portare a soluzioni concrete per affrontare le criticità esistenti e garantire un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.







