Un’ombra di incertezza si profila sul futuro del Giovanni Paisiello Festival di Taranto, un’istituzione culturale che da oltre due decenni incarna l’impegno civile e la passione per la musica.
L’annuncio, diffuso attraverso la pagina ufficiale Facebook della manifestazione, riflette le parole amare del presidente degli Amici della Musica, Paolo Ruta, rilasciate durante il concerto conclusivo della rassegna, “La Passione di Gesù Cristo”, allestito nel suggestivo Duomo di San Cataldo.
La potenziale interruzione del Festival non è frutto di una scelta, ma la conseguenza di una profonda crisi strutturale, alimentata da un progressivo e preoccupante depauperamento delle risorse finanziarie.
La carenza di sostegno da parte degli enti pubblici, storicamente legati alla promozione e alla salvaguardia del patrimonio culturale, si è aggravata da un’assenza quasi totale di sensibilità e coinvolgimento da parte del mondo imprenditoriale e delle associazioni di categoria, che sembrano distanti anni luce dalle dinamiche e dalle esigenze del settore culturale tarantino.
Questa situazione critica si appesantisce con la quasi scomparsa della copertura stampa, un elemento vitale per la visibilità e la diffusione di iniziative di questo genere.
La scarsità di recensioni e articoli critici compromette non solo la capacità del Festival di raggiungere un pubblico più ampio, ma ne intacca anche il valore intrinseco, privandolo di un feedback essenziale per la crescita e il miglioramento.
Tuttavia, il Giovanni Paisiello Festival non può essere ridotto a una mera questione di numeri e finanziamenti.
In ventitré anni di attività, la manifestazione ha rappresentato un motore di sviluppo culturale e sociale per Taranto, offrendo un ricco programma che ha visto la realizzazione di oltre duecento concerti, quindici produzioni operistiche, mostre d’arte, convegni tematici, presentazioni letterarie e progetti di restauro, come quello del busto monumentale dedicato al compositore tarantino.
Il Festival ha inoltre dato voce a giovani musicisti locali, fornendo loro opportunità preziose per crescere professionalmente e contribuire alla vivacità del panorama musicale regionale.
L’edizione 2025, che ha visto la collaborazione degli Amici della Musica, del Conservatorio G.
Paisiello, del Ministero della Cultura, della Regione Puglia, della Camera di Commercio di Brindisi e Taranto, e del sostegno di realtà private come BCC, Empired Real Estate Development e Confindustria Taranto, testimonia un ultimo sforzo coraggioso per mantenere viva una fiamma che rischia di spegnersi.
La potenziale chiusura del Giovanni Paisiello Festival solleva una questione di principio: la responsabilità della comunità tarantina – istituzioni, imprese, cittadini – nei confronti del proprio patrimonio culturale e identitario.
La sua scomparsa non sarebbe semplicemente la perdita di un evento, ma un impoverimento profondo dell’anima della città.
È imperativo un cambio di rotta, un rinnovato impegno a sostenere e valorizzare le iniziative che contribuiscono a rendere Taranto un luogo più ricco, vibrante e culturalmente stimolante.







