sabato 18 Ottobre 2025
19.1 C
Bologna

Bologna, stalking e morte Bellinetti: 2 anni e 6 mesi

Il Tribunale di Bologna ha emesso una sentenza che getta nuova luce su una vicenda tragica, segnata da una spirale di violenza e stalking culminata nella morte di Tania Bellinetti, 47 anni.

Alberto Ziroldi, Giudice per le Indagini Preliminari (Gup), ha inflitto una pena di 2 anni e 6 mesi a Selmi Faiez, cittadino tunisino di 38 anni, riconosciuto colpevole del reato di stalking nei confronti dell’ex compagna.
La decisione si è basata su un rito abbreviato, una scelta processuale che ha implicato la rinuncia ad alcune garanzie difensive in cambio di una riduzione di pena.
L’arresto di Faiez, avvenuto in Francia il 23 luglio, era preceduto da un mandato d’arresto europeo, originariamente emesso non per la morte di Bellinetti, ma per l’accusa di stalking. Questa circostanza sottolinea come l’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 23 dicembre 2024, fosse il risultato di un quadro di vessazioni preesistenti, un percorso di comportamenti persecutori che aveva già segnato profondamente la vita della donna.
Le indagini condotte dalla squadra Mobile della Polizia hanno ricostruito un quadro inquietante: l’8 aprile, giorno della tragica caduta dal terzo piano, Selmi Faiez si trovava all’interno dell’abitazione di Bellinetti, nonostante fosse già oggetto di ricerche per i comportamenti persecutori.
La ricostruzione suggerisce una fuga precipitosa in Francia, presumibilmente dopo un violento alterco, con l’aiuto di un’amica, la quale avrebbe fornito assistenza logistica per facilitare l’espatrio.
Inizialmente, l’accusa nei confronti di Faiez era stata formulata come istigazione al suicidio.
Tuttavia, il pubblico ministero, Marco Forte, ha successivamente mutato l’imputazione in omicidio preterintenzionale.
Questa decisione riflette una valutazione più complessa della dinamica degli eventi, ipotizzando un coinvolgimento attivo di Faiez nella morte della donna, pur in assenza di un intento diretto di ucciderla.
L’omicidio preterintenzionale implica una lesione intenzionale che, però, per via di una particolare modalità o per una reazione imprevista della vittima, causa una morte non voluta.
La vicenda è aggravata da un pregresso storico di violenza: Selmi Faiez aveva già subito una condanna per reati di maltrattamenti, violenza privata, lesioni personali e stalking nei confronti della stessa Bellinetti, ed era stato rilasciato dal carcere nel 2022.

Questo fatto solleva interrogativi sull’efficacia delle misure di prevenzione e di controllo applicate, e sulla possibilità di un intervento più tempestivo e incisivo volto a tutelare le vittime di violenza domestica.

La sentenza, pur rappresentando un atto di giustizia, non può cancellare il dolore e la perdita causati da questa drammatica vicenda, che testimonia la necessità di un impegno costante e multidisciplinare per contrastare il fenomeno della violenza di genere e garantire la sicurezza delle donne.
La complessità del caso evidenzia la necessità di una riflessione più ampia sul ruolo della società e delle istituzioni nella prevenzione e nella gestione dei casi di stalking e violenza domestica, nonché sulla riabilitazione dei soggetti che hanno commesso tali reati.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap