L’Aquila si posiziona al 78° posto nella classifica di Legambiente, “Ecosistema Urbano 2025”, un dato che la colloca come la città abruzzese con le performance più critiche in ambito di sostenibilità urbana, un risultato in calo di tre posizioni rispetto all’anno precedente.
La fotografia offerta dal rapporto, elaborato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, svela una città che fatica a confrontarsi con le sfide ambientali del XXI secolo, un quadro che desta preoccupazione e richiede un’analisi approfondita delle dinamiche sottostanti.
Il Partito Democratico dell’Aquila ha espresso profonda inquietudine, definendo i risultati relativi ai parametri direttamente gestiti dall’amministrazione comunale “desolanti”.
La dispersione idrica, con un posizionamento al 96° posto, emerge come una criticità strutturale, sintomo di infrastrutture obsolete e di una gestione inefficiente delle risorse.
Anche la raccolta differenziata (81° posto), il trasporto pubblico (60° posto) e il tasso di motorizzazione (104° posto) rivelano margini di miglioramento significativi, evidenziando una dissonanza tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile e le azioni concrete intraprese.
Nonostante la presenza di elementi positivi, come la qualità dell’aria e la disponibilità di aree verdi – fattori che mitigano parzialmente il quadro complessivo – il dato aggregato dipinge un’immagine di una città in affanno, lontana da un modello urbano resiliente e attento all’ambiente.
A livello regionale, l’allarme si fa ancora più pressante.
Sinistra Italiana Abruzzo ha lanciato un monito severo sulla gestione delle risorse idriche, con percentuali di dispersione che raggiungono livelli drammatici.
La città di Pescara registra perdite al 60%, l’Aquila al 63,4% e Chieti al 48%, cifre che testimoniano un’emergenza idrica strutturale, alimentata da anni di sottovalutazione e di mancati investimenti in ammodernamento delle infrastrutture.
Il segretario regionale, Daniele Licheri, sottolinea la necessità di un sistema pubblico efficiente, in grado di garantire la sicurezza idrica e di ridurre gli sprechi.
L’analisi comparativa dei capoluoghi abruzzesi rivela una situazione di disagio diffuso: Pescara si posiziona al 71°, Chieti al 59° e Teramo al 55°.
Nessuna città abruzzese raggiunge la sufficienza nella classifica di Legambiente, un dato che impone una riflessione collettiva e un cambio di passo nella politica ambientale regionale.
La sfida è quella di superare la frammentazione degli interventi, di promuovere una visione strategica a lungo termine e di coinvolgere attivamente la cittadinanza nella costruzione di un futuro più sostenibile per l’Abruzzo.
Il rapporto di Legambiente non è solo un campanello d’allarme, ma anche un’opportunità per definire un nuovo patto tra istituzioni e comunità, un patto che metta al centro la tutela dell’ambiente e il benessere delle generazioni future.