In una complessa operazione antitracoda condotta congiuntamente dalle stazioni forestali di Villa Santina e Tolmezzo, il personale del Corpo forestale regionale ha smascherato un’attività di bracconaggio particolarmente grave, che ha portato all’identificazione e alla denuncia di due individui responsabili di una serie di reati contro la fauna selvatica, un bene giuridico inalienabile e di interesse pubblico.
L’evento si è sviluppato nell’area dell’altopiano di Lauco, un territorio sensibile e sottoposto a rigorosa sorveglianza a causa della recidiva di attività venatorie illegali che ne minano la biodiversità e l’equilibrio ecologico.
La zona, caratterizzata da una ricca presenza di ungulati, è da tempo al centro di un’intensificazione dei controlli, mirati a prevenire e reprimere pratiche dannose per l’ecosistema.
La vicenda, conclusa dopo un’accurata campagna di indagini, supportata da appostamenti notturni e analisi forensi, ha visto i due giovani protagonisti coinvolti nel trasporto, a bordo di un pick-up, della carcassa di un esemplare maschio di cervo adulto, abbattuto illegalmente.
L’operazione, pianificata nel dettaglio, mirava a sfruttare la vulnerabilità del territorio e la presunta impunità dei responsabili.
Il fermo dei due individui è avvenuto in flagranza di reato, durante uno dei trasporti notturni.
Contestualmente alla segnalazione per furto venatorio, un’azione compiuta in assenza di licenza di caccia, è stata disposta un’immediata perquisizione del veicolo e delle abitazioni dei coinvolti.
Tale misura, prevista dal codice penale in casi di sospetto di ulteriori reati, si è rivelata cruciale per la ricostruzione della dinamica dei fatti e per l’individuazione di prove ulteriori.
Le indagini sull’animale abbattuto hanno svelato un quadro di illegalità ancora più ampio.
Oltre alla violazione delle norme sulla caccia, sono emersi elementi che riconducono a reati di uccisione illegale di animali protetti, caccia silenziosa – pratica volta a eludere i controlli e ad aumentare le probabilità di successo – e impiego di mezzi vietati, potenzialmente dannosi per l’animale e pericolosi per l’ambiente.
L’episodio sottolinea la necessità di una vigilanza costante e di un rafforzamento della collaborazione tra le forze dell’ordine, gli enti locali e le comunità locali, al fine di tutelare il patrimonio faunistico e di promuovere una cultura del rispetto per l’ambiente.
La salvaguardia della fauna selvatica non è solo un obbligo legale, ma anche un imperativo etico, fondamentale per garantire la conservazione della biodiversità e la fruibilità di un ambiente sano e equilibrato per le generazioni future.
L’azione del Corpo forestale regionale si inserisce in un contesto più ampio di tutela del bene comune, volto a contrastare un fenomeno che impoverisce il territorio e mina la sua identità.