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giovedì 23 Ottobre 2025

Bari, arrestato per minacce e munizioni: gesto intimidatorio alla Questura

L’inchiesta, in corso a Bari, ha portato all’arresto di un uomo di 39 anni, originario della Puglia, sospettato di aver orchestrato un gesto intimidatorio volto a turbare l’ordine pubblico e a minacciare le forze dell’ordine.
L’uomo è accusato di minaccia aggravata a pubblico ufficiale, un reato particolarmente grave considerato il contesto di crescente tensione sociale e la potenziale capacità di incitamento alla violenza.
Secondo le prime ricostruzioni investigative, condotte dalla Digos di Bari con il supporto delle sezioni Antiterrorismo e Investigativa, l’uomo avrebbe agito nella notte tra il 20 e il 21 ottobre, depositando in prossimità della questura un proiettile di calibro nove affiancato da un ritaglio di giornale.

L’immagine ritagliata, attentamente selezionata, raffigurava un agente di polizia in una posa apparentemente casuale, ma carica di implicazioni simboliche.
Il gesto, accuratamente pianificato ed eseguito in breve tempo, mirava a veicolare un messaggio di sfida e di ostilità nei confronti delle istituzioni.

L’identificazione del presunto responsabile è stata resa possibile grazie all’analisi meticolosa dei filmati di videosorveglianza, sia pubblici che privati, che hanno permesso di ricostruire il percorso dell’uomo attraverso la città.

I sistemi di sorveglianza, ormai capillari, costituiscono uno strumento sempre più determinante per le forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità e nella prevenzione di atti intimidatori.
L’indagine ha portato al suo rintracciamento in una tenda da campeggio in via Fanelli, dove è stato effettuato un perquisizione che ha portato al rinvenimento di un considerevole quantitativo di munizioni di diverso calibro, oltre a indumenti coerenti con quelli indossati dall’individuo immortalato dalle telecamere.

L’arresto è stato eseguito per la detenzione illegale di munizioni, un reato che, sommato all’accusa di minaccia aggravata, configura una situazione di allarme per la sicurezza pubblica.

L’episodio solleva interrogativi significativi sul livello di radicalizzazione di alcuni individui e sulla necessità di un’azione preventiva mirata a contrastare la diffusione di ideologie estremiste e la formazione di intenzioni criminali.

La vicenda, ora al vaglio della magistratura, potrebbe rivelare ulteriori dettagli sulla rete di relazioni e sui moventi che hanno spinto l’uomo a compiere questo gesto, e contribuire a fare luce sulle dinamiche sociali e culturali sottostanti.

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