Centinaia di cittadini israeliani si sono riuniti nella piazza principale di Tel Aviv per esprimere la loro profonda delusione nei confronti del governo a causa della mancanza di un accordo per il rilascio degli ostaggi trattenuti a Gaza. La folla, composta da persone di ogni età e provenienza, agitava bandiere e cartelli con slogan incisivi come “Pace ora” e “Basta violenza”. I tamburi battevano ritmicamente mentre le voci degli indignati manifestanti si alzavano in coro: “Quando torneranno a casa i nostri cari? Perché questa situazione continua senza fine?”Tra le persone presenti, Zahiro Shahar Mor, un rispettato impiegato bancario di mezza età, ha preso la parola denunciando l’inerzia del governo nel risolvere la crisi umanitaria in corso. Ha ricordato con amarezza suo zio Avraham Munder, tragicamente deceduto durante la prigionia a Gaza, e ha espresso la sua determinazione nel lottare per il rilascio degli altri ostaggi ancora detenuti.Ifat Kalderon, una figura prominente tra i manifestanti antigovernativi, ha puntato il dito accusatore verso Benyamin Netanyahu, colpevole secondo lei di sabotare qualsiasi possibile accordo per il rilascio degli ostaggi. Con voce ferma e occhi pieni di dolore, ha sottolineato l’urgente necessità di porre fine alla spirale di violenza che sta mietendo vittime innocenti da entrambe le parti.La tragica cifra dei sequestrati palestinesi durante l’ultimo attacco è stata ribadita: 251 ostaggi catturati, 97 ancora trattenuti a Gaza. L’esercito israeliano conferma la morte di 34 di loro, alimentando ulteriore disperazione e rabbia tra i manifestanti che chiedono con forza una soluzione pacifica e umanitaria a questa crisi senza fine.
Protesta a Tel Aviv per il rilascio degli ostaggi: cittadini israeliani esprimono delusione verso il governo
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