Si è conclusa questa mattina a Torino la prima sessione del processo d’appello riguardante Mario Roggero, il titolare di una gioielleria di Grinzane Cavour, la cui vicenda ha acceso un acceso dibattito sul diritto alla difesa e sui confini della legittima reazione.
Roggero, 71 anni, è accusato di omicidio volontario plurimo e tentato omicidio, in seguito alla tragica sparatoria del 28 aprile 2021 che costò la vita a Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e Andrea Spinelli, 44 anni, due individui coinvolti in una rapina nel suo negozio.
Il processo di primo grado, celebrato dalla Corte d’Assise di Asti, aveva emesso una sentenza severa, condannando Roggero a 17 anni di reclusione, un’inflizione superiore alla richiesta del pubblico ministero Davide Greco, che si era espresso per una pena di 14 anni.
Questa decisione ha polarizzato l’opinione pubblica e stimolato un ampio dibattito che ha trasceso i confini giuridici, coinvolgendo esponenti politici e figure di spicco nel panorama mediatico.
La ricostruzione dei fatti, emersa dalle indagini, dipinge un quadro drammatico: tre individui armati, tra cui Alessandro Modica, 34 anni, rimasto illeso e collaboratore di giustizia, irrompono nella gioielleria, prendendo in ostaggio la moglie e la figlia del proprietario.
L’evento, prontamente segnalato, innesca una reazione istintiva da parte di Roggero, che estrae una pistola calibro 38 e insegue i malviventi nel parcheggio, sparando quattro colpi.
Due dei rapinatori perdono la vita, mentre il terzo, alla guida del veicolo di fuga, riporta ferite.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sull’esercizio della legittima difesa e sulla presunta reazione eccessiva.
La distinzione tra la reazione proporzionata a fronte di un pericolo incombente e l’eccesso colposo, che può attenuare la responsabilità penale, costituisce il fulcro del dibattito giuridico in corso.
Il caso Roggero si pone come test benché per l’interpretazione delle norme che disciplinano la difesa personale e la salvaguardia della famiglia, in un contesto sociale caratterizzato da un crescente senso di insicurezza e dalla percezione di un’erosione del diritto alla protezione.
L’appello, che si preannuncia complesso e articolato, vedrà la difesa di Roggero concentrarsi sulla rivendicazione di una difesa proporzionata e sulla contestazione della valutazione dei fatti compiuta in primo grado.
L’accusa, dal canto suo, cercherà di dimostrare la colpevolezza dell’imputato e di confutare la tesi della reazione difensiva.
L’esito del processo avrà implicazioni significative per la giurisprudenza in materia di legittima difesa e potrebbe contribuire a chiarire i limiti entro i quali un cittadino può reagire a un’aggressione per proteggere sé stesso e i propri cari.