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venerdì 24 Ottobre 2025

Evasione Fiscale nel Cuore del Distretto Calzaturiero: Inchiesta Shock

Un’indagine della Guardia di Finanza ha portato alla luce un sofisticato schema di elusione fiscale che ha coinvolto tre aziende operanti nel cuore del distretto calzaturiero marchigiano, un’area economicamente rilevante per l’economia nazionale.

L’evasione, quantificata in oltre 12 milioni di euro, rivela un quadro di irregolarità che va ben oltre la semplice omissione dichiarativa, configurando potenzialmente reati finanziari di significativo impatto.
L’inchiesta, scaturita da approfondite verifiche fiscali, ha evidenziato una serie di condotte illecite sistematiche.

Non si è trattato di errori occasionali o di disguidi burocratici, bensì di una pianificazione accurata volta a sottrarre risorse al sistema tributario.

Le aziende, tutte gestite da cittadini pakistani, hanno operato con una profonda carenza di trasparenza, mancando di adempiere agli obblighi di tenuta delle scritture contabili, un requisito fondamentale per monitorare la corretta gestione della contabilità aziendale e garantire la tracciabilità dei flussi finanziari.
Le irregolarità riscontrate si estendono alla manipolazione dei costi aziendali, con la deduzione di spese non inerenti all’attività produttiva, una pratica volta a ridurre artificialmente l’imponibile e a eludere il pagamento delle imposte dovute.
L’omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, protrattasi per diversi periodi d’imposta, ha ulteriormente aggravato la situazione, rendendo difficile per l’amministrazione finanziaria ricostruire con precisione l’effettiva situazione reddituale delle imprese.
L’analisi incrociata dei dati provenienti da diverse banche dati pubbliche, confrontati con i bilanci presentati e le dichiarazioni dei redditi, ha permesso ai finanzieri di quantificare l’ammontare complessivo dell’evasione, che coinvolge redditi non dichiarati, costi non deducibili, imposte sul valore aggiunto (IVA) e imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) non versate.

Un elemento particolarmente grave emerso dall’indagine riguarda l’utilizzo improprio di crediti d’imposta relativi a fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Nel corso del 2023, due delle tre società coinvolte hanno compensato indebiti debiti tributari avvalendosi di crediti d’imposta inesistenti, per un ammontare complessivo di 137.000 euro.
Questi crediti erano legati a presunti investimenti in formazione del personale, mai effettivamente realizzati, evidenziando un tentativo di sfruttare le opportunità offerte dal PNRR per generare un vantaggio fiscale illegittimo.

La pratica solleva interrogativi sulla vigilanza e l’erogazione di tali finanziamenti pubblici.

Le irregolarità rilevate sono state segnalate all’autorità giudiziaria per i reati di omessa dichiarazione, occultamento di documenti contabili obbligatori, omesso versamento dell’IVA e indebita compensazione.

L’inchiesta si preannuncia complessa e potrebbe portare a ulteriori sviluppi e alla luce di altre pratiche elusorie nel settore calzaturiero marchigiano, un ecosistema economico cruciale per il Made in Italy.

La vicenda sottolinea l’importanza di un controllo fiscale rigoroso e di una maggiore trasparenza nelle operazioni finanziarie delle imprese, soprattutto in contesti economici in rapida evoluzione e fortemente influenzati da incentivi pubblici.

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