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venerdì 24 Ottobre 2025

Griffa e Starling: un dialogo artistico tra segno e memoria.

A un anno dall’inaugurazione della Fondazione Griffa, il 2026 vedrà l’apertura di ‘D1-D5’, un progetto espositivo che intreccia le traiettorie artistiche di Giorgio Griffa (Torino, 1936) e Simon Starling (Epsom, Regno Unito, 1967).

La mostra, aperta dal 23 ottobre al 22 gennaio, non si configura come una semplice bipersonale, ma come un’indagine concettuale e formale, un vero e proprio laboratorio visivo che esplora la ricchezza derivante dall’incontro tra due figure artistiche apparentemente distanti.

Il titolo ‘D1-D5’ allude a cinque dialoghi – punti di convergenza tematica e stilistica – che strutturano il percorso.

Questi non sono semplici capitoli, ma momenti di riflessione nati da un processo collaborativo complesso.
Alcuni sono il risultato di progetti condivisi e interventi diretti, altri affiorano da affinità profonde, che spaziano dalla scelta dei materiali alla concezione della forma, aprendo nuove prospettive interpretative.

La mostra si propone di svelare come queste connessioni inattese possano stimolare un’evoluzione del pensiero artistico.
Il confronto tra Griffa e Starling si articola su diversi piani: generazionale, geografico, culturale e, soprattutto, epistemologico.

Griffa, con la sua ricerca incentrata sull’esplorazione del segno, della ripetizione e della costruzione di sistemi visivi complessi, incrocia il lavoro di Starling, noto per la sua capacità di recuperare e rielaborare oggetti e archivi storici, conferendo loro nuovi significati attraverso un processo di decontestualizzazione e riappropriazione.
Si tratta di un dialogo tra un’indagine sulla genesi del segno e una riflessione sulla memoria collettiva e la sua manipolazione.

L’idea della mostra germoglia nel 2017, anno cruciale che vide la realizzazione di tre opere in collaborazione.
L’intervento di Starling, che sovrapponeva testi stampati con una tecnologia inkjet sulle opere pittoriche di Griffa, ha innescato un fertile scambio di corrispondenze e contrasti, alimentando un dialogo che continua a evolversi.

Questa prima collaborazione, apparentemente semplice, si rivela essere un atto di profonda riflessione sul ruolo dell’artista, sulla relazione tra pittura e scrittura, tra azione spontanea e controllo tecnologico.

Una delle tre opere collaborative sarà esposta alla Fondazione Giorgio Griffa, mentre le altre due saranno disseminate in istituzioni culturali, creando un percorso non lineare e stimolando riflessioni sulla localizzazione e il significato delle opere nell’esperienza del pubblico.

La disposizione delle opere all’interno della Fondazione è studiata per creare un cortocircuito di significati, un gioco di rimandi e contrasti che invitano lo spettatore a una lettura attiva e personale.

Ogni sala accoglie un binomio di opere, un confronto diretto che evidenzia sia somiglianze nascoste che differenze sostanziali.

Accompagnano il percorso una serie di testi originali, scritti dai due artisti, che approfondiscono le motivazioni concettuali e le scelte formali che hanno guidato la loro ricerca.

Questi testi non sono semplici didascalie, ma voci che arricchiscono il dialogo e offrono nuove chiavi di lettura.
‘D1-D5’ si configura quindi come un’esperienza immersiva, un invito a cogliere la complessità del processo creativo e la potenza del confronto artistico.

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