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venerdì 24 Ottobre 2025

Piramo e Tisbe: Ritorna a Roma un gioiello dimenticato del ‘700

Il 25 ottobre, alla Centrale Montemartini, Roma celebra un evento di riscoperta musicale: la prima esecuzione italiana di “Piramo e Tisbe” di John Frederick Lampe, compositore sassone e figura di spicco nell’orbita di Händel a Londra.
L’esecuzione, promossa congiuntamente dal Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro di Roma – Teatro Nazionale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, si colloca nel contesto del World Opera Day, con repliche dedicate alle scuole programmate il 28 e 29 ottobre.

L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sui canali social ufficiali del Teatro dell’Opera, ampliando l’accessibilità a questo gioiello dimenticato.

“Piramo e Tisbe” rappresenta un’opportunità unica per giovani talenti emergenti.

Il progetto coinvolge artisti provenienti dal Fabbrica – Young Artist Program dell’Opera di Roma e dal Corso di perfezionamento per attori del Teatro di Roma, offrendo loro l’opportunità di confrontarsi con un’opera del tardo barocco, una *mock opera* o parodia musicale, genere in cui l’autore si distingue per la sua acuta ironia e il suo spirito critico verso le convenzioni operistiche del tempo.

L’opera trae ispirazione dalla celebre narrazione di Ovidio nelle *Metamorfosi*, e dalla sua reinterpretazione comica, presente nell’atto finale de *Sogno di una notte di mezza estate* di Shakespeare.
La riscoperta della partitura, ad opera del rinomato musicologo barocchista Lorenzo Tozzi presso la biblioteca del Conservatorio Superiore di Musica di Parigi, ha restituito al pubblico un’opera di inestimabile valore storico e artistico.

A guidare l’esecuzione musicale è il maestro Antonio Pergolizzi al clavicembalo, mentre la regia, la drammaturgia e l’adattamento del testo sono curati con maestria da Cesare Scarton, in collaborazione con lo stesso Tozzi.
La storia di Piramo e Tisbe, precursore tematico di “Romeo e Giulietta”, ha goduto di una notevole popolarità nel corso dei secoli.

La narrazione ruota attorno a due giovani innamorati, separati dall’odio delle rispettive famiglie, e costretti a comunicare segretamente attraverso una fessura nel muro che divide le loro abitazioni.

Un tragico equivoco, scatenato da un incontro notturno interrotto da un leone, porta entrambi i protagonisti a compiere un gesto disperato.
John Frederick Lampe, compositore sassone e fervente sostenitore dell’opera inglese, si trasferì a Londra intorno al 1724, contribuendo significativamente allo sviluppo del panorama musicale locale.

Il suo successo più celebre fu “The Dragon of Wantley” (Covent Garden, 1737), una parodia arguta e pungente dell’opera italiana, in particolare del “Giustino” di Händel, che riscosse un enorme favore di pubblico.
Anche “Piramo e Tisbe” (1745), con la sua conclusione inaspettatamente comica, si proponeva di smascherare gli eccessi e le assurdità dei libretti operistici dell’epoca, ribaltando le aspettative del pubblico e anticipando, in chiave satirica, le dinamiche del teatro moderno.
L’opera offre quindi una finestra privilegiata sulla cultura e il gusto musicale del XVIII secolo, e testimonia la capacità del compositore di combinare virtuosismo tecnico e spirito critico.

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