Dalle pieghe complesse e spesso inesplorate delle periferie napoletane emerge “Malavia”, un’opera prima di Nunzia De Stefano, prodotta con l’acume di Matteo Garrone e recentemente presentata alla Festa di Roma nella sezione Freestyle.
Il film, distribuito da Fandango a partire dall’inizio del 2026, si propone come un affresco vivido e intenso della giovinezza urbana, un percorso a ostacoli intriso di creatività, resilienza e le ombre della marginalità.
Al centro della narrazione troviamo Sasà (interpretato con notevole naturalezza da Mattia Francesco Cozzolino), un ragazzino di tredici anni, scugnizzo nel senso più autentico del termine, cresciuto tra i cortili e le strade del quartiere.
La sua esistenza, segnata dall’assenza paterna, si sviluppa nell’orbita dei due amici, Cira e Nicolas, accomunati da una passione condivisa per la musica rap, colonna sonora inseparabile delle loro vite.
Il legame con la madre, Rusé (un’interpretazione sfumata di Daniela De Vita), è profondo e ambivalente: un amore sincero si intreccia con un’attenzione quasi possessiva, un tentativo di protezione che rischia di soffocare la sua libertà.
Sasà incarna un potenziale inespresso, un talento musicale palpabile che lo proietta verso il sogno di una carriera da rapper, un’aspirazione alimentata dal desiderio di offrire alla madre una via d’uscita dalla precarietà economica.
L’hip hop, più che un genere musicale, rappresenta per lui un linguaggio, un mezzo di espressione, una promessa di riscatto.
L’incontro con Yodi, figura emblematica della scena rap partenopea più autentica, funge da punto di riferimento, un mentore che tenta di vegliare sul giovane talento.
Tuttavia, la realtà si impone crudele.
Le difficoltà economiche, le pressioni sociali e la fragilità del tessuto familiare spingono Sasà in un vortice di scelte pericolose.
L’inevitabile compromesso con la piccola criminalità, la necessità di guadagnare rapidamente denaro per sostenere la madre, lo vedono coinvolto in attività illegali, innescando una spirale di conseguenze impreviste.
La scoperta del suo coinvolgimento mette a repentaglio tutto ciò che ha costruito, minacciando di distruggere il suo futuro.
È la musica, ancora una volta, a offrirgli una via d’uscita, una possibilità di redenzione, un’occasione per riconciliarsi con se stesso e con le proprie aspirazioni.
Il film, arricchito dalla partecipazione di attori come Junior Rodriguez, Francesca Gentile, Ciro Esposito, Nicola Siciliano e Artem (noto per il suo ruolo nella serie “Mare Fuori”), non si limita a raccontare una storia di formazione, ma offre uno sguardo penetrante sulle dinamiche sociali, economiche e culturali che plasmano la vita dei giovani che crescono ai margini della società, esaminando la fragile linea di confine tra sogno e disillusione.







