Un allarme ambientale di gravità inaudita emerge dai recenti dati di monitoraggio delle acque sotterranee relativi ai cantieri della circonvallazione ferroviaria di Trento.
Le informazioni, pubblicate dall’Osservatorio Ambientale e per la Sicurezza del Lavoro il 21 ottobre 2025, rivelano concentrazioni di piombo dietile e trietile che superano di larghissimo margine i limiti di legge, sollevando interrogativi urgenti sulla gestione del progetto e sulla tutela della salute pubblica.
La consigliera provinciale Lucia Coppola, con un’interrogazione formale, ha denunciato la mancata comunicazione tempestiva di questi dati critici alla cittadinanza, evidenziando una potenziale opacità nelle procedure operative del Consorzio Tridentum, responsabile dei lavori.
I risultati più sconcertanti provengono dal piezometro ASO 10, situato nell’area strategica della cosiddetta Area Sequenza, un’area destinata a un rilevante sviluppo immobiliare a sud dell’ex Sloi.
La rilevazione del 15 luglio 2025 ha registrato livelli di piombo dietile di 31 microgrammi/litro e di piombo trietile di 28 microgrammi/litro, cifre che rappresentano un incremento di 310 e 280 volte rispetto al limite legale di 0,01 microgrammi/litro.
Non si tratta di un picco isolato: già ad aprile 2025, i valori registrati avevano raggiunto i 43 microgrammi/litro, suggerendo una contaminazione cronica e non occasionale.
Anche il piezometro PZ 2, localizzato presso lo scalo Filzi, presenta un quadro allarmante.
Oltre ai consistenti superamenti dei limiti di piombo, sono stati rilevati livelli di ferro pari a 3.300 microgrammi/litro (16 volte il limite di legge), concentrazioni di Acenaftene 40 volte superiori ai valori consentiti, e ulteriori anomalie in merito ad idrocarburi e nitrati.
La consigliera Coppola, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, sottolinea che la presenza di queste sostanze inquinanti solleva serie preoccupazioni non solo per la potenziale contaminazione delle acque, ma anche per quanto riguarda i materiali che il Consorzio Tridentum sta trasportando verso la discarica di Ponte di Ronco.
Questa discarica, situata a breve distanza dal Torrente Vanoi, rappresenta un potenziale vettore di contaminazione per l’ecosistema fluviale e per le comunità a valle.
L’emergenza solleva domande cruciali sulla valutazione di impatto ambientale del progetto circonvallazione ferroviaria, sui protocolli di gestione dei rifiuti speciali prodotti dai cantieri e, in ultima analisi, sulla responsabilità del Consorzio Tridentum e degli organi di controllo provinciali.
L’urgenza di una risposta trasparente e di interventi correttivi immediati è imprescindibile per mitigare i rischi ambientali e tutelare la salute dei cittadini.
È necessario un’indagine approfondita per determinare l’origine dell’inquinamento e per definire misure preventive volte a scongiurare il ripetersi di simili eventi.
La questione della discarica di Ponte di Ronco, in particolare, merita un’analisi urgente e una rivalutazione dei rischi ambientali connessi.







