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domenica 26 Ottobre 2025

Europa al Bivio: Urgenza Industriale per un Futuro Sostenibile

Rilanciare l’Europa: un’Urgenza Industriale per un Futuro SostenibileL’Europa si trova a un bivio cruciale.
In un’epoca segnata da turbolenze geopolitiche, da una competizione globale sempre più agguerrita e da una profonda trasformazione economica, l’appello a una rifondazione del progetto europeo assume un’urgenza ineludibile.

Un appello che si fa eco dalle voci di Confindustria Friuli Venezia Giulia, con l’unione di Confindustria Alto Adriatico e Udine, per delineare una nuova traiettoria orientata a una solida base industriale e a una visione strategica di medio-lungo periodo.

L’attuale quadro internazionale è caratterizzato da squilibri valutari persistenti, un’escalation di dazi commerciali e la divergenza di politiche economiche, elementi che erodono la stabilità e la competitività europea.
La volatilità del tasso di cambio euro-dollaro, unita alla carenza di strumenti finanziari comuni come gli Eurobond, ostacola la capacità dell’Unione di indirizzare investimenti massicci in settori cruciali come la transizione ecologica, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Come riconosciuto, il benessere collettivo si radica nella prosperità delle imprese, che in Italia, attraverso le circa 250.000 aziende con più di dieci dipendenti, generano la maggior parte delle risorse destinate a sostenere il sistema sanitario e i servizi pubblici essenziali.
La sfida non è meramente economica, ma anche politica e culturale.
È necessario superare un modello europeo focalizzato eccessivamente sulla regolamentazione per abbracciare un’Europa che produce, che innova e che crea valore aggiunto.

L’obiettivo è la creazione di filiere strategiche europee, un vero e proprio ecosistema industriale che garantisca autonomia, resilienza e sovranità tecnologica, contrastando le distorsioni normative che soffocano la competitività.
La crescente asimmetria del rischio imprenditoriale, che grava interamente sulle spalle dei singoli imprenditori, rende insostenibile la prosecuzione dell’attività produttiva.
Priorità imprescindibili devono essere: un investimento massiccio nello sviluppo delle competenze, una triplicazione degli sforzi in ricerca e sviluppo, l’accesso a energia a prezzi competitivi e l’ammodernamento delle infrastrutture.

Il Green Deal, pur essendo un imperativo, deve essere rivisto con un approccio più pragmatico e flessibile, evitando di condannare l’Europa a una deindustrializzazione forzata, a favore di un “Industrial Deal” che promuova una transizione sostenibile e inclusiva.

L’assemblea, in un gesto di coesione e responsabilità, ha riaffermato i valori fondanti dell’Europa – libertà, uguaglianza, fraternità – richiamandosi alla storia del Friuli Venezia Giulia, terra di emigranti, e alle tragedie contemporanee, come la guerra in Ucraina.

È un invito alla riflessione profonda: l’Europa che non funziona è anche responsabilità degli imprenditori, che devono assumersi la responsabilità di eleggere rappresentanti competenti e di influenzare le decisioni politiche, per costruire un futuro più prospero e sicuro per tutti.
Il momento della presa di coscienza è giunto: l’Europa deve rinascere, forte di una visione industriale condivisa e di un impegno comune per un futuro sostenibile.

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