La vicenda che coinvolge Martha Lorena Fierro Baquero, ex console dell’Ecuador in Italia, si configura come un complesso intreccio di diritto di famiglia, diritto internazionale privato e diritto penale, sollevando interrogativi cruciali sulla tutela dei minori in situazioni di separazione e sulla responsabilità genitoriale.
La Procura di Genova ha formulato una richiesta di condanna a due anni per l’ex console, accusata di aver sottratto la figlia, di soli sei anni all’epoca, dal territorio italiano nel 2021, agendo in palese contrasto con le disposizioni giudiziarie.
 Il processo penale, in attesa di sentenza per il 10 novembre, si affianca a un’indagine più ampia, gestita dalla sostituta Gabriella Dotto, che ipotizza il reato di sequestro di persona.
La drammaticità del caso emerge dalla prospettiva del padre, Roberto Mogranzini, rinomato scacchista e legale tutore della figlia, rappresentato dagli avvocati Maurizio e Guido Mascia.
 Questi ultimi, nell’arringa difensiva, hanno sollecitato il giudice a subordinare l’eventuale concessione della sospensione condizionale della pena ad una rigorosa eliminazione delle conseguenze pregiudizievoli derivanti dal gesto della Fierro Baquero.
 La richiesta si concretizza nella restituzione immediata della minore al padre e nella corresponsione di un risarcimento danni provvisorio quantificato in almeno un milione di euro.
 Questa spinta a garantire un’adeguata riparazione si fonda sulla doppia valenza del procedimento, che unisce la dimensione penale con una causa civile parallela, in cui il padre agisce per tutelare gli interessi risarcitori della figlia, unica persona legittimata a esercitare la potestà genitoriale nei suoi confronti.
La decisione di procedere all’imputazione coatta nei confronti della Fierro Baquero è stata assunta dal giudice Giorgio Morando, a seguito di una situazione familiare già gravata da una separazione con affidamento congiunto.
 L’elemento cardine che ha innescato l’attuale contenzioso è stata la decisione, nel 2023, del Tribunale per i minori, che ha drasticamente revocato alla madre la potestà genitoriale, privandola legalmente del diritto di prendere decisioni relative alla cura, all’educazione e al benessere della figlia.
 Tale provvedimento, di natura amministrativa, ha reso l’azione della Fierro Baquero non solo in contrasto con le decisioni giudiziarie precedenti, ma anche intrinsecamente illegale e dannosa per il benessere psicologico e affettivo della minore.
Il caso Fierro Baquero non è un’eccezione, ma un campanello d’allarme che evidenzia la complessità e le fragilità del sistema di tutela dei minori in situazioni di conflitto genitoriale, soprattutto quando si frappongono elementi di diritto internazionale privato e possibili interferenze di interessi di natura politica o diplomatica.
 La vicenda solleva interrogativi fondamentali sull’applicazione dei trattati internazionali relativi alla sottrazione internazionale di minori, sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e prevenzione e, soprattutto, sulla priorità assoluta da riconoscere al diritto del minore di crescere nel proprio ambiente familiare e di mantenere legami significativi con entrambi i genitori, ove possibile e nel rispetto del suo superiore interesse.
 L’esito del processo penale sarà, in definitiva, un tassello importante per chiarire i confini della responsabilità genitoriale e per definire i criteri di tutela dei diritti dei minori in contesti familiari delicati e complessi.



 
                                    


