La scomparsa di Giovanni Angotti lascia un vuoto profondo nel panorama ingegneristico italiano e calabrese.
Ingegnere di rara visione e spessore umano, si è spento a Catanzaro all’età di 93 anni, concludendo un percorso professionale e civile costellato di impegni e conquiste che hanno contribuito a plasmare il ruolo dell’ingegnere nel contesto nazionale ed europeo.
Nato a Colosimi, in provincia di Cosenza, nel 1932, Angotti incarnò un connubio ineguagliabile tra rigore scientifico, acume amministrativo e profonda dedizione al bene comune.
Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria all’Università di Pisa, fece ritorno in Calabria nel 1956, scegliendo di radicare la sua attività nella sua terra d’origine, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo infrastrutturale e alla modernizzazione del territorio.
La sua leadership nel Consiglio Nazionale degli Ingegneri (1990-1999) coincise con un periodo di radicali trasformazioni economiche e sociali, segnando un’epoca di profonda riorganizzazione e di cruciale evoluzione per la professione.
Angotti non si limitò a navigare queste complessità, ma le affrontò con una leadership illuminata, proiettando l’ingegneria italiana verso nuove frontiere di competenza e responsabilità.
La sua capacità di anticipare le sfide future si rivelò fondamentale per la professione, garantendo la sua rilevanza in un contesto in rapida evoluzione.
Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, da lui fondato e presieduto nel decennio successivo, divenne un polo di eccellenza per la ricerca e la formazione, contribuendo in modo significativo all’aggiornamento continuo delle competenze professionali e all’introduzione di nuove tecnologie.
La sua partecipazione alla commissione ministeriale per il riordino degli studi di Ingegneria testimonia il suo impegno costante per elevare gli standard formativi e garantire un’offerta didattica all’avanguardia.
L’impronta di Giovanni Angotti è tangibile nel tessuto urbano e infrastrutturale della Calabria.
Numerose opere pubbliche, universitarie, scolastiche, residenziali e di servizio, così come importanti arterie stradali e ferroviarie, portano la sua firma, testimoniando la sua capacità di coniugare innovazione tecnica e sostenibilità sociale.
Il suo impegno non si limitò al territorio nazionale.
La presidenza del CLAIU (Comité de Liaison des Associations d’Ingénieurs Universitaires de la Communauté Européenne) e della FEANI (Federazione degli organismi professionali nazionali che rappresentano l’ingegneria nei paesi europei) lo portarono a rappresentare l’ingegneria italiana in Europa, contribuendo a rafforzare il ruolo del nostro Paese nel panorama europeo.
La sua esperienza al Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e nel consiglio di amministrazione dell’Università di Calabria, in un periodo cruciale per lo sviluppo dell’ateneo, denota un costante impegno verso il progresso sociale ed economico.
Giovanni Angotti, uomo di profonda cultura e dedizione civica, ha lasciato un’eredità preziosa, un esempio di competenza, integrità e impegno che continuerà a ispirare le future generazioni di ingegneri e professionisti.
La sua scomparsa rappresenta una perdita inestimabile per la Calabria e per l’Italia intera.






