Mobilità milanese: il Comune assorbe l’adeguamento Istat per il trasporto pubblico, un gesto di responsabilità sociale e un campanello d’allarme per il futuro del sistema.
In un contesto economico segnato da un’inflazione persistente e dall’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, il Comune di Milano ha preso una decisione significativa: assorbire integralmente l’adeguamento Istat previsto per le tariffe del trasporto pubblico locale.
L’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale del bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia, non applicherà quindi aumenti per i viaggiatori, un atto che rappresenta una scelta politica di forte impatto sociale.
L’assessora alla Mobilità, Arianna Censi, ha espresso chiaramente la motivazione di questa decisione: evitare di gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, già provati dall’aumento generalizzato dei prezzi.
Un atto di responsabilità che si configura come un sostegno concreto alle fasce più vulnerabili della popolazione, per le quali il trasporto pubblico rappresenta una risorsa fondamentale per l’accesso al lavoro, ai servizi e alle opportunità sociali.
Tuttavia, l’operazione non è priva di conseguenze economiche.
Il Comune di Milano si fa carico di un onere finanziario significativo, destinato a erodere risorse che potrebbero essere impiegate in altri settori strategici.
Questa scelta, per quanto lodevole, mette in luce una criticità strutturale del sistema di finanziamento del trasporto pubblico locale in Lombardia.
L’attuale modello si basa su un mix di entrate derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti, finanziamenti statali e contributi comunali.
Tuttavia, i fondi statali, come sottolinea l’assessora Censi, non sono stati adeguati all’aumento dell’inflazione, creando uno squilibrio che penalizza le agenzie di bacino.
L’incremento dell’inflazione dal 2019, pari al 19,3%, contrasta nettamente con l’aumento del solo 5,9% della quota destinata all’agenzia, un dato reso possibile solo grazie a una sentenza del Consiglio di Stato.
La decisione del Comune di Milano si pone in netta contrapposizione alla scelta della Regione Lombardia, che ha già implementato un aumento tariffario a partire dallo scorso settembre.
Questa disparità evidenzia una mancanza di coordinamento a livello regionale e solleva interrogativi sulla sostenibilità futura del sistema.
Inoltre, l’assorbimento dell’adeguamento Istat da parte del Comune comporta la necessità di compensare Trenord, che opera all’interno dello Stibm (Sistema Tariffario Integrato dei Mezzi Pubblici), creando un ulteriore onere finanziario.
La decisione del Comune di Milano, pur rappresentando un atto di equità sociale, è un segnale d’allarme sulla fragilità del sistema di finanziamento del trasporto pubblico e sulla necessità di un ripensamento complessivo a livello regionale, che preveda un adeguamento dei fondi statali e una maggiore collaborazione tra gli enti locali per garantire la sostenibilità e l’accessibilità del servizio.
Un sistema tariffario equo e sostenibile è un investimento nel futuro della mobilità urbana e nella qualità della vita dei cittadini.









