La Chiesa italiana, attraverso il Messaggio per la Giornata della Vita che si terrà il 2 febbraio, si sofferma sulla legge 194. Si evidenzia come nel corso del tempo alcune interpretazioni di questa legge, nata con l’obiettivo di contrastare l’aborto clandestino, abbiano portato molte persone a percepire in maniera superficiale o addirittura a considerare un “diritto” ciò che dovrebbe essere visto come una grave violazione della vita umana nascente. La difesa della vita viene collegata strettamente alla tutela di ogni diritto umano, partendo dal presupposto che ogni essere umano è sacro e inviolabile, come sottolineato nel messaggio che fa riferimento al documento vaticano Dignitas infinita.I vescovi italiani pongono l’accento anche sul tema della demografia familiare, evidenziando la tendenza ad avere pochi figli e troppi animali domestici all’interno delle famiglie. Questo monito non è nuovo e viene ribadito più volte anche da Papa Francesco.Inoltre, la Conferenza Episcopale Italiana critica fermamente la pratica della gestazione per altri, sottolineando che le donne non devono essere considerate dei “contenitori” per i figli altrui. Nel messaggio si fa riferimento a un fenomeno sempre più diffuso: il desiderio di diventare genitori a tutti i costi, utilizzando le tecniche di riproduzione assistita per superare qualsiasi limite biologico e ottenere comunque un figlio, senza tenere conto delle implicazioni morali. Secondo la Cei, le persone che desiderano avere figli ma non possono dovrebbero essere supportate affinché possano esprimere la loro genitorialità in forme diverse dalla procreazione, prendendosi cura degli altri e accogliendo specialmente i bambini emarginati o bisognosi.Pertanto, i vescovi ritengono necessaria una regolamentazione più precisa in questo ambito per semplificare le procedure di affido e adozione e prevenire qualsiasi forma di commercializzazione della vita umana e sfruttamento delle donne come mere “incubatrici” di figli altrui.
Chiesa italiana: difesa della vita e critica alla gestazione per altri
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