29 novembre 2024 – 22:55
L’attacco a sorpresa è stato discusso da molti, ma per molti osservatori è soprattutto un segnale: le ceneri di uno dei conflitti più sanguinosi e mortali della nostra epoca stanno risorgendo. La notizia dell’offensiva dei ribelli islamisti anti-regime nelle campagne di Idlib, nel nord-ovest della Siria, è rimasta in secondo piano sulle homepage dei siti di tutto il mondo per quattro giorni. Nonostante la tregua del 2020 voluta da Vladimir Putin, i combattimenti continuano da anni. Tuttavia, quando i combattenti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un’organizzazione jihadista salafita precedentemente vicina ad Al Qaeda e sostenuta dalla Turchia, hanno raggiunto Aleppo e conquistato almeno cinque quartieri della città, la situazione è cambiata radicalmente.Aleppo è stata martoriata dal regime per cinque anni con le “barrel bomb”, i famigerati barili bomba. È stata uno dei luoghi più caldi della Primavera Araba e tra i più colpiti dalla repressione del Mukhabarat. Dopo la riconquista del regime supportato dall’aviazione russa nel 2016, la città era caduta nell’oblio fino a ieri. Bashar Assad amava definire quella battaglia come “la madre di tutte le battaglie”, mentre le immagini delle code per il pane e dei cani che si nutrivano dei cadaveri per le strade facevano il giro del mondo.La conferma dell’ingresso delle milizie attraverso la M5, l’autostrada più importante del Paese, è giunta dall’agenzia di stampa turca Anadolu. Le notizie provenienti dal campo sono difficili da verificare, ma numerosi video e immagini circolano online. Tra queste vi sono scene di miliziani presso la statua del defunto fratello di Bashar Assad, Bassel, ad est della città mentre abbassano la bandiera del regime. La situazione in Siria continua a evolversi in modo imprevedibile e drammatico, lasciando intravedere scenari incerti e potenzialmente destabilizzanti per tutta la regione mediorientale.