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domenica 16 Novembre 2025
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Ictus: ogni minuto conta, un’emergenza da prevenire

L’ictus cerebrale, una delle principali emergenze mediche a livello globale, rappresenta in Italia una sfida demografica e sanitaria di notevole portata.

Ogni anno, quasi 120.000 persone affrontano questa devastante condizione, che si classifica come la prima causa di disabilità a lungo termine, con impatti profondi sulla qualità della vita dei pazienti e un onere considerevole per il sistema sanitario nazionale.

La sua gravità deriva dalla rapida e progressiva perdita di tessuto cerebrale: a ogni minuto trascorso senza un intervento mirato, si stima che circa due milioni di neuroni vengano compromessi, perpetrando un ciclo di danno irreversibile.

La velocità con cui l’ictus progredisce sottolinea l’importanza cruciale di una consapevolezza diffusa e di un intervento tempestivo.
Il tempo è un fattore determinante: la “finestra terapeutica” – il periodo di tempo entro cui trattamenti salvavita, come la trombolisi o la trombectomia meccanica, possono essere somministrati con elevata probabilità di successo – è limitata.
Ritardare il trattamento significa ridurre drasticamente le possibilità di recupero e aumentare il rischio di complicanze debilitanti, che spaziano da paralisi e difficoltà nel linguaggio (afasia) a problemi cognitivi e sensoriali.

In questo contesto, l’impegno di associazioni come l’Associazione Italiana Ictus (Isa-Aii) e l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.
l.
i.

ce) si rivela fondamentale.
L’organizzazione, in occasione del World Stroke Day, ha promosso un importante dibattito, “Ictus: ogni minuto conta | Prevenzione, cura e riabilitazione”, presso la Camera dei Deputati.
Questo evento ha rappresentato un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui segni d’allarme dell’ictus – che includono improvvise cefalee intense, difficoltà nel parlare o comprendere il linguaggio, debolezza o intorpidimento di un lato del corpo, disturbi della vista – e per discutere le strategie più efficaci per la prevenzione, la gestione acuta e la riabilitazione a lungo termine.

La prevenzione, in particolare, riveste un ruolo chiave nella riduzione dell’incidenza dell’ictus.

L’adozione di stili di vita sani, che comprendono una dieta equilibrata, l’attività fisica regolare, il controllo della pressione sanguigna e del colesterolo, e l’astensione dal fumo, può significativamente diminuire il rischio di sviluppare la condizione.
Parallelamente, un’accurata valutazione dei fattori di rischio individuali, come la storia familiare e le comorbidità, può consentire interventi mirati per la prevenzione primaria e secondaria.

La riabilitazione post-ictus è altrettanto essenziale per favorire il recupero funzionale e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Un approccio riabilitativo multidisciplinare, che coinvolge fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali e psicologi, può affrontare le diverse esigenze dei pazienti, consentendo loro di riconquistare l’indipendenza e di reinserirsi nella società.

L’innovazione tecnologica sta inoltre aprendo nuove prospettive nella riabilitazione, con lo sviluppo di dispositivi e protocolli terapeutici avanzati.

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