Nel cuore della notte, un vento gelido soffiava tra le strade di Tbilisi, dove si è consumata una terribile scena di scontri e tensioni. La piazza principale della città era teatro di un confronto violento tra la polizia e i manifestanti pro-UE, che avevano deciso di protestare contro la decisione del governo georgiano di rinviare i colloqui di adesione all’Unione Europea fino al lontano 2028.Le urla disperate dei dimostranti si mescolavano al fragore degli spari di proiettili di gomma e al puzzo acre dei gas lacrimogeni che avvolgeva l’aria. La polizia, con il volto coperto da maschere e in tenuta antisommossa, agiva con fermezza per disperdere la folla tumultuosa che lanciava fuochi d’artificio contro le forze dell’ordine. Le strade erano illuminate dalle fiamme che divampavano da una finestra del Parlamento, simbolo stesso del potere statale messo a repentaglio dalla furia dei manifestanti.Migliaia di persone si erano radunate in quella notte cupa per esprimere la propria indignazione e il proprio dissenso nei confronti delle scelte politiche del governo. Il clima era carico di tensione e rabbia, mentre il rumore dei combattimenti urbani echeggiava tra gli edifici circostanti.La situazione sembrava sempre più critica, con le forze dell’ordine che cercavano in ogni modo di riportare l’ordine nella città assediata dalla violenza e dalla protesta. Tuttavia, il grido di ribellione dei manifestanti risuonava forte nell’aria gelida della notte, simbolo di una popolazione determinata a lottare per i propri diritti e per un futuro migliore all’interno dell’Unione Europea.
Scontri e tensioni a Tbilisi: la notte della protesta contro il governo georgiano
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