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lunedì 10 Novembre 2025

Sicilia al Futuro: Tre Filiere Chiave per la Crescita Regionale

La Sicilia si proietta verso il futuro puntando su tre filiere strategiche di rilevanza nazionale ed europea: l’economia del mare, l’agroalimentare di eccellenza e l’innovazione tecnologica, con particolare attenzione alla meccatronica e alle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).
Un’analisi approfondita, delineata nel report Ambrosetti e presentata nell’ambito di Art Tank Sicilia, evidenzia come la regione si configuri come un crocevia di opportunità, sebbene gravata da sfide demografiche significative.
L’economia del mare rappresenta un asset fondamentale.

La Sicilia si posiziona al terzo posto in Italia per numero di imprese attive nel settore “blue economy”, con una forza lavoro considerevole e un dinamismo testimoniato dall’export del polo cantieristico di Siracusa, che ha superato i 22 milioni di euro nel 2024.
Questa leadership si estende alla pesca, all’acquacoltura, alla cantieristica navale e ai servizi portuali, aree cruciali per lo sviluppo sostenibile della regione.
Il settore agroalimentare, con i suoi 14 distretti produttivi, incide per il 7,3% sul valore aggiunto complessivo della filiera italiana, generando un volume d’affari di 5 miliardi di euro.

La Sicilia, con oltre 151.000 addetti, si attesta come seconda regione italiana per occupazione nel settore, a riprova della sua vocazione agricola e della qualità dei suoi prodotti, riconosciuti a livello internazionale.
L’attenzione si concentra sulla valorizzazione delle denominazioni di origine protetta (DOP) e indicazioni geografiche protette (IGP), nonché sullo sviluppo di filiere corte e sostenibili, in grado di ridurre l’impatto ambientale e favorire l’integrazione tra produttori e consumatori.
L’innovazione tecnologica, incarnata dalla meccatronica e dall’ICT, sta emergendo come motore di crescita, generando un valore aggiunto di 2,4 miliardi di euro e coinvolgendo un numero crescente di imprese e professionisti.
Palermo e Catania si distinguono per la concentrazione di competenze e risorse, fungendo da poli di riferimento per lo sviluppo di soluzioni digitali innovative applicabili a diversi settori, dall’agroalimentare all’energia.
La Sicilia ambisce a diventare un hub energetico mediterraneo, sfruttando il suo potenziale nella produzione di energia rinnovabile.

Attualmente, la regione si colloca tra le prime dieci in Italia per questo parametro e si propone di garantire la sicurezza energetica dell’Europa, contribuendo attivamente alla transizione verso un’economia più verde.

Il piano prevede la realizzazione di termovalorizzatori a Palermo e Catania, con un investimento di 22 milioni di euro, e l’attivazione di impianti di desalinizzazione a Gela, Porto Empedocle e Trapani, per un investimento totale di 100 milioni di euro.
Tuttavia, la fotografia demografica siciliana presenta un quadro allarmante.

Il calo della popolazione rappresenta una sfida cruciale che richiede interventi urgenti e mirati.
Le proiezioni indicano una diminuzione di 700.000 abitanti entro il 2050 e di 1,7 milioni entro il 2080, con un impatto significativo sull’economia, sui servizi e sulla coesione sociale.

Questo declino, dovuto a fattori quali l’emigrazione giovanile, il basso tasso di natalità e l’invecchiamento della popolazione, richiede politiche di sviluppo locale, incentivi alla natalità, promozione dell’occupazione giovanile e miglioramento dell’offerta formativa.

Il futuro della Sicilia dipende dalla capacità di invertire questa tendenza e di valorizzare il suo patrimonio umano e naturale.

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