La questione istituzionale di Roma Capitale, fulcro di un dibattito che intreccia storia, amministrazione e futuro, si configura come una sfida complessa e delicata per il governo e per l’intera comunità laziale.
 Durante la recente audizione in commissione Affari Costituzionali alla Camera, il sindaco Roberto Gualtieri ha tracciato un quadro delle scelte cruciali che guidano la ridefinizione del modello di governo della città, sottolineando la necessità di preservare l’unità amministrativa e funzionale del capoluogo, evitando soluzioni radicali che ne compromettano la stabilità e l’efficienza.
La decisione di mantenere inalterata la Città metropolitana e i confini amministrativi di Roma, lungi dall’essere una mera questione formale, rappresenta una scelta strategica volta a garantire la continuità dei servizi essenziali e a salvaguardare la coesione territoriale.
Sciogliere tali strutture, in un momento di profonda trasformazione amministrativa, comporterebbe un vuoto operativo, ritardi nell’erogazione di servizi cruciali come la gestione dei rifiuti, la pianificazione urbanistica e la mobilità, e un potenziale caos burocratico dalle conseguenze economiche e sociali significative.
La preservazione dell’integrità territoriale di Roma, inoltre, risponde a un principio di continuità storica e identitaria.
La città, crocevia di culture e fulcro dello sviluppo regionale, necessita di un’amministrazione che ne rappresenti l’unitarietà e la complessità, evitando frammentazioni che ne indebolirebbero il ruolo di motore economico e culturale del Lazio.
Particolarmente significativa è l’enfasi posta dal sindaco Gualtieri sul concetto di decentramento come articolazione interna alla struttura amministrativa di Roma Capitale, rifiutando l’ipotesi di una creazione di nuovi comuni.
 Questa impostazione evidenzia una visione strategica volta a rafforzare l’efficienza amministrativa attraverso una riorganizzazione interna, delegando funzioni e responsabilità a strutture territoriali specifiche, senza alterare l’unità giuridica del Comune di Roma.
Il decentramento, in questo senso, si configura come uno strumento di semplificazione e di responsabilizzazione delle periferie, garantendo al contempo la supervisione e il coordinamento centrali.
La ridefinizione del modello di governance di Roma Capitale non può prescindere da una profonda riflessione sul ruolo della città all’interno del sistema regionale e nazionale.
La sua capacità di attrarre investimenti, di generare occupazione e di promuovere l’innovazione dipende da una governance efficiente, trasparente e partecipativa, capace di rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più eterogenea e complessa.
La scelta di mantenere l’unità amministrativa di Roma, perciò, si pone come un presupposto fondamentale per avviare un processo di riforma più ampio, volto a modernizzare la pubblica amministrazione, a migliorare i servizi ai cittadini e a rafforzare il ruolo di Roma Capitale come capitale d’Italia e motore di sviluppo per l’intero Lazio.



 
                                    


