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mercoledì 5 Novembre 2025

Trentino Alto Adige: modello virtuoso contro le dipendenze

Trentino Alto Adige: un modello di risposta alle dipendenze tra accessibilità, personalizzazione e sfida alla sostenibilitàL’analisi dei dati derivanti dal XIV Congresso Nazionale Federserd, elaborati dalla Fondazione Gimbe, proietta la realtà trentino-altoatesina come un esempio di approccio innovativo nella gestione delle dipendenze, con peculiarità significative rispetto alla media nazionale.

L’attenzione è focalizzata non solo sulla cura clinica, ma anche sulla riduzione delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi, con un forte investimento in interventi di primo contatto e nella presa in carico di individui marginalizzati o con difficoltà di accesso ai canali tradizionali.
La peculiarità del sistema trentino-altoatesino si rivela soprattutto nella progettazione dei servizi di primo livello, caratterizzati da un’elevata capillarità e flessibilità.

L’utilizzo di unità mobili, centri “drop-in” e centri di prima accoglienza rappresenta una strategia mirata a superare le barriere geografiche, sociali e psicologiche che spesso ostacolano la ricerca di aiuto da parte di persone vulnerabili.
La provincia autonoma di Bolzano si distingue per un tasso particolarmente elevato di servizi di primo livello (1,8 per 100.000 abitanti tra i 15 e i 74 anni), in netto contrasto con la media nazionale (0,4).
Trento, pur con un tasso inferiore (0,2 per 100.000), condivide la stessa filosofia di intervento.

Parallelamente, l’offerta di servizi ambulatoriali è strutturata per fornire un supporto terapeutico-riabilitativo completo, che include trattamenti farmacologici, percorsi di sostegno psicologico e consulenza specialistica dedicata ai familiari.

Sebbene il tasso di servizi ambulatoriali in provincia di Bolzano sia leggermente inferiore alla media nazionale (1,3 per 100.000 contro 2,6), la provincia di Trento presenta un dato superiore (3,9 per 100.000), evidenziando una diversificazione nell’approccio tra le due province.
Un indicatore significativo è il rapporto utenti/personale, che in entrambe le province risulta più favorevole rispetto alla media nazionale, suggerendo un’ottimizzazione delle risorse umane e un rapporto più diretto con gli utenti.

I servizi residenziali e semi-residenziali, presenti in entrambi i territori, sono progettati per offrire programmi assistenziali personalizzati e integrati con i servizi ambulatoriali, garantendo una continuità di cura e un supporto a lungo termine.

Il tasso di servizi residenziali e semi-residenziali, seppur in linea con la media nazionale, riflette l’importanza di offrire soluzioni abitative e di supporto per favorire il percorso di recupero e reinserimento sociale.
Tuttavia, l’analisi solleva anche alcune riflessioni cruciali.
La disparità nell’offerta di servizi ambulatoriali tra le due province, seppur interpretabile come risposta a specifici bisogni territoriali, richiede un monitoraggio attento per evitare disomogeneità nell’accesso alle cure.

La sostenibilità del modello, basato su un’elevata accessibilità e personalizzazione degli interventi, è un aspetto fondamentale da considerare nel lungo periodo, con particolare attenzione all’evoluzione del contesto sociale, economico e demografico.
L’efficacia del sistema dipende dalla capacità di adattarsi alle nuove sfide poste dalle sostanze sempre più complesse, dalle nuove forme di dipendenza e dalle conseguenze sulla salute pubblica, richiedendo un costante aggiornamento delle competenze professionali e un investimento continuo nella ricerca di soluzioni innovative.
Infine, è essenziale rafforzare la collaborazione tra i diversi attori del sistema, dai servizi sanitari e sociali alle istituzioni locali, per garantire un approccio integrato e coerente nella gestione delle dipendenze, promuovendo la prevenzione, la cura e il reinserimento sociale delle persone coinvolte.

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