La salvaguardia della reputazione dell’olio extravergine d’oliva italiano, riconosciuto a livello globale per la sua eccellenza, passa imprescindibilmente attraverso un controllo rigoroso della qualità e della provenienza delle importazioni.
È l’allarme lanciato da Coldiretti Basilicata, con un appello rivolto ai consumatori affinché prestino la massima attenzione alle pratiche fraudolente che mirano a sfruttare la sensibilità economica di chi cerca alternative a basso costo, esponendo a rischio l’intera filiera.
La necessità di rafforzare i sistemi di tracciabilità e controllo si fa ancora più urgente alla luce degli squilibri produttivi internazionali e dell’aumento dei prezzi, fattori che possono favorire l’ingresso di prodotti di qualità inferiore, danneggiando la fiducia dei consumatori e sminuendo il valore del prodotto italiano.
Nonostante l’Italia disponga di un sistema di tracciabilità avanzato per l’olio, una lacuna persiste: l’assenza di un obbligo di registrazione dei movimenti delle olive, un anello cruciale della filiera.
Coldiretti propone l’estensione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) a livello europeo, al fine di garantire controlli omogenei e in tempo reale lungo tutta la filiera olivicola.
Una nuova normativa, in vigore dal 1° luglio 2026, introduce una stretta significativa, imponendo ai commercianti e ai magazzini di olive l’obbligo di registrare i movimenti delle merci all’interno del SIAN entro sei ore, indipendentemente dalle successive rivendite.
Questa misura segna la fine di un’era caratterizzata da olive prive di identità e provenienza, a beneficio dei consumatori che vedranno garantita una maggiore trasparenza e tracciabilità.
Secondo Pietro Bitonti, vicepresidente di Coldiretti Basilicata, questo risultato, frutto di un impegno pluriennale della Coldiretti e di Unaprol, valorizzerà il prodotto e contribuirà a costruire un mercato più equo e trasparente.
In Basilicata, le previsioni di produzione per quest’anno si attestano a circa 18.000 tonnellate, un dato incoraggiante rispetto all’anno precedente, anche se ancora inferiore ai livelli di produzione storici.
Nonostante ciò, la qualità dell’olio lucano rimane elevata, testimoniando l’impegno costante dei produttori e l’attenzione alla valorizzazione del territorio.
La tutela della filiera olivicola italiana richiede un’azione concertata a livello nazionale ed europeo, per preservare l’eccellenza e la reputazione di un prodotto simbolo del Made in Italy.







