Roma, fulcro storico e politico della nazione, si trova oggi a navigare in acque torbide, soffocata da un sottofinanziamento cronico che ne compromette la capacità di assolvere alle sue imprescindibili funzioni di capitale.
La riforma dell’articolo 114 della Costituzione, attualmente all’esame del Parlamento, rappresenta un’opportunità cruciale, ma la sua efficacia dipenderà in maniera ineluttabile dalla parallela revisione dei meccanismi di finanziamento.
Non si tratta, pertanto, di una mera questione tecnica, bensì di un imperativo per garantire la tenuta e la dignità della città.
L’attuale quadro finanziario risulta profondamente inadeguato a rispondere alle reali esigenze di una metropoli complessa e dinamica come Roma.
Il divario tra i residenti anagrafici e la popolazione effettiva, stimata in ben 3,3 milioni, unita all’afflusso quotidiano di pendolari e turisti che porta la presenza media a oltre 4,7 milioni, rivela una disparità abissale.
Ignorare questa realtà demografica significa perpetuare un sistema ingiusto che penalizza la città e ne compromette la qualità della vita.
Il fabbisogno finanziario di Roma non si limita a una mera compensazione del deficit attuale.
Richiede un investimento strutturale, un cambio di paradigma che riconosca alla capitale il ruolo centrale che le compete.
Si stima che la città necessiti di almeno 500 milioni di euro aggiuntivi per la spesa corrente, un importo che deve essere affiancato da un piano di investimenti mirati a potenziare infrastrutture, servizi pubblici e la macchina amministrativa.
La recente opportunità legata ai fondi giubilari, pur rappresentando un segnale positivo, non può essere considerata una soluzione definitiva.
È fondamentale che queste risorse straordinarie vengano trasformate in una quota strutturale del finanziamento annuale di Roma Capitale, garantendo una stabilità finanziaria che consenta alla città di programmare interventi a lungo termine.
Oltre a queste risorse, è imperativo destinare ulteriori finanziamenti per supportare le nuove funzioni che Roma è chiamata a svolgere a supporto dello Stato, come la gestione del patrimonio storico-artistico, la sicurezza nazionale e la promozione del turismo sostenibile.
In sintesi, la riforma dei poteri di Roma Capitale deve essere accompagnata da un impegno concreto del Governo a investire risorse adeguate e strutturali.
Solo così sarà possibile realizzare il cambio di passo auspicato, restituire a Roma il ruolo di fulcro della nazione e garantire ai suoi cittadini una qualità della vita dignitosa e sostenibile.
La questione non è una rivendicazione di privilegi, ma un imperativo per la tenuta stessa del sistema Paese.







