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lunedì 3 Novembre 2025

Radici lucane, memoria veneta: il viaggio dei Gusso.

Il vento della memoria ha soffiato da Caorle a Ferrandina, portando con sé tre figure: Bernadetta, Cesarina e Narciso Gusso, eredi di un passato intriso di speranza e resilienza.
La loro settimana in terra lucana non fu un viaggio turistico, ma un pellegrinaggio alle radici, un tentativo di ricostruire il mosaico frammentato della loro storia familiare, un racconto che affonda le sue origini in un secolo fa.
Il contesto è drammatico: la Grande Guerra, un’ombra cupa che avvolge l’Europa, costringe Francesco e Giovanna Gusso, con i loro cinque figli al seguito, a cercare rifugio nelle accoglienti valli di Ferrandina, in provincia di Matera.
Abbandonano le loro case di Caorle, lasciandosi alle spalle un futuro incerto, trovando in questa terra un temporaneo, ma vitale, porto sicuro.
Per sette giorni, Bernadetta, Cesarina e Narciso hanno camminato sulle orme dei loro bisnonni, assaporando l’odore della terra lucana, immaginando le difficoltà e le speranze che animarono i loro avi.

La loro ricerca non si è limitata a un’indagine genealogica; è stata un’immersione profonda nella cultura e nelle tradizioni di Ferrandina, culminata nell’esperienza commovente dei Riti della Passione.
Questi riti, profondamente radicati nel tessuto sociale di Ferrandina, rappresentano il cuore di un voto solenne, una promessa sussurrata in un momento di bisogno.
La famiglia Gusso, per la salvezza e il ritorno a Caorle, fece questo voto, imprimendo un segno indelebile nella propria storia.
E questo rito, trasferito attraverso le generazioni, non è rimasto confinato al Sud Italia.
È stato trasportato, interiorizzato e riproposto nella comunità veneta, diventando un ex voto vivente, un simbolo tangibile del legame che unisce due terre distanti.

Oggi, a distanza di un secolo, quel legame, forgiato nel crogiolo della guerra e cementato dalla solidarietà, si riaccende con una vitalità inaspettata.

La visita dei fratelli Gusso trascende la semplice ricerca delle proprie origini; è un abbraccio tra due comunità, una celebrazione della capacità umana di superare le avversità e di costruire ponti tra culture diverse.
L’incontro con il sindaco di Ferrandina, Carmine Lisanti, siglato dallo scambio di doni simbolici, ha rappresentato un momento di intensa emozione, un riconoscimento reciproco di valori condivisi.

Non si è trattato solo di una riconnessione con il passato, ma di una costruzione di un futuro condiviso, un futuro che si nutre della memoria e proietta lo sguardo verso l’avvenire.

La storia dei Gusso ci ricorda che la memoria collettiva non risiede esclusivamente nei libri di storia, ma pulsa nel cuore delle comunità, si manifesta nelle tradizioni e si trasmette di generazione in generazione.
È un esempio illuminante di come una vicenda personale possa elevarsi a patrimonio culturale, un tesoro da custodire e condividere, un filo rosso che lega il Nord al Sud, il passato al presente, e che continua a tessere la ricca trama dell’identità italiana.

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