Bergamo, incubo online: arrestato per violenze e ricatti

Un uomo di 34 anni, residente a Bergamo, è attualmente detenuto in carcere in seguito a un arresto operato dai Carabinieri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari.
L’uomo è accusato di una serie di reati gravissimi, che rivelano un disegno predatorio complesso e profondamente violento: violenza sessuale aggravata, atti persecutori, cessione di sostanze stupefacenti e violenza privata, tutti aggravati dalla premeditazione e dalla manipolazione psicologica esercitata sulle vittime.

L’indagine, innescata dalle denunce coraggiose di due donne, ha portato alla luce un modus operandi inquietante.

L’uomo, sfruttando piattaforme di incontri online, creava identità fittizie per adescare le vittime, instaurando rapporti apparentemente innocui.

Il punto di rottura avveniva durante i primi incontri, quando, con l’uso di potenti oppioidi, le privava della piena capacità di intendere e di volere, perpetrando atti sessuali non consensuali.

Il disegno criminale non si limitava all’aggressione fisica e psicologica.
L’uomo, con una spietata strategia di controllo e ricatto, filmava le vittime durante gli abusi, conservando materiale altamente compromettente.

Questa documentazione diventava uno strumento di coercizione, utilizzata per impedire alle donne di rivolgersi alle autorità, terrorizzate dalla minaccia di una diffusione pubblica dei video.

Una delle vittime è stata anche sottoposta a una campagna di stalking particolarmente invasiva e minacciosa.

L’uomo, violando la sua privacy, si presentava in prossimità della sua abitazione, la contattava ripetutamente con messaggi intimidatori, e hackerava il suo telefono cellulare per accedere alle sue conversazioni private, alimentando un clima di terrore e isolamento.

Le indagini hanno rivelato la presenza di farmaci oppioidi nell’abitazione dell’uomo, precedentemente sequestrati a seguito di una perquisizione.
Questi farmaci, regolarmente prescritti a un familiare per patologie specifiche, sono stati identificati come gli stessi utilizzati per manipolare e incapacitare le vittime.

Nonostante l’avvio delle indagini e la precedente perquisizione, l’uomo ha continuato a esercitare pressioni psicologiche sulle donne, minacciandole con la diffusione di contenuti privati, dimostrando una profonda mancanza di scrupoli e un’insistente volontà di mantenere il controllo sulle vittime.

I Carabinieri di Bergamo, riconoscendo la possibilità che altre persone possano essere state oggetto di simili abusi, lanciano un appello pubblico a potenziali vittime, invitandole a presentarsi per testimoniare e contribuire a fare luce su questo complesso e doloroso caso, al fine di tutelare la sicurezza e la dignità di altre donne.

L’attenzione è rivolta non solo alla perseguibilità dei reati commessi, ma anche al supporto e alla protezione delle vittime, fondamentali per il loro percorso di recupero e riabilitazione.

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