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giovedì 13 Novembre 2025

Ex Isolaverde: Protesta a Taranto, famiglie sull’orlo del baratro.

Davanti alla Prefettura di Taranto, una nuova ondata di protesta si è levata questa mattina, portando alla luce una vertiginosa spirale di incertezza e difficoltà per i 73 ex dipendenti della Isolaverde, società partecipata della Provincia, dismessa nel 2016.
Il sit-in, organizzato in collaborazione con il sindacato Cobas Lavoro Privato, è un disperato appello per ottenere risposte concrete e misure di sostegno economico immediate, di fronte a una situazione che, da maggio, si è fatta insostenibile.
Il progetto Green Belt Taranto, iniziativa finanziata con risorse del Just Transition Fund europeo, rappresenta l’ultima speranza per questi lavoratori.

L’auspicio di un riassorbimento all’interno del progetto, che avrebbe dovuto segnare una svolta, si è scontrato con un calendario di attuazione eccessivamente dilatato, come denunciato dagli stessi vertisti comunali: il ritorno effettivo al lavoro è previsto, nella migliore delle ipotesi, per la metà del 2026.

“È una spirale di promesse disattese che sta logorando queste famiglie,” dichiara Salvatore Stasi dei Cobas, descrivendo un quadro drammatico di precarietà e privazione.

Le aspettative iniziali, che facevano presagire un reintegro già a gennaio, si sono dissolte in una serie di rinvii e posticipi, acuendo la frustrazione e l’angoscia dei lavoratori.

La perdita del reddito, protratta per mesi, sta mettendo a dura prova la loro capacità di soddisfare i bisogni primari.
Un tentativo di trovare una soluzione, attraverso una task force per l’impiego, aveva portato all’elaborazione di un emendamento volto a destinare 10 milioni di euro dalla Regione Puglia, precedentemente accantonati per gli ammortizzatori sociali, a partire dal primo luglio.
L’emendamento, presentato in Parlamento, ha però subito un brusco stop, un ulteriore colpo per una comunità già provata.

La gravità della situazione si traduce in numeri crudi: 73 famiglie si trovano in una condizione di profonda vulnerabilità economica, con conseguenze dirette sulla loro capacità di procurarsi cibo e medicine.

Questa precarietà, inoltre, rischia di alimentare circuiti illegali di lavoro nero, spingendo le persone a cercare soluzioni alternative, spesso al di fuori della legalità, per sopravvivere.
Il sindacato lancia un appello accorato ai parlamentari, esortandoli a intervenire con urgenza e determinazione.

Non si tratta solo di una questione occupazionale, ma di una questione di dignità umana e di giustizia sociale.

È necessario un cambio di passo, un impegno concreto per garantire un futuro di stabilità e prosperità a queste famiglie che hanno il diritto di vivere con dignità.

La speranza, fragile ma tenace, è che la voce disperata dei lavoratori ex Isolaverde possa finalmente trovare un’eco significativa nelle istituzioni.

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