Il Piemonte, custode di un patrimonio naturalistico e culturale inestimabile, ha recentemente formalizzato il suo impegno verso la salvaguardia e la promozione del tartufo attraverso il progetto strategico “Tuber Next Gen 2025”.
Questa iniziativa, ben più di un mero intervento a sostegno di un prodotto gastronomico di eccellenza, si configura come un vero e proprio paradigma di pianificazione integrata, che interseca la gestione del territorio, la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle aree rurali e forestali.
L’ambizione del progetto è di superare le tradizionali frammentazioni settoriali, promuovendo una visione olistica che riconosca la stretta dipendenza tra la qualità del tartufo e la salute degli ecosistemi che lo ospitano.
L’approccio innovativo si traduce in un ciclo di incontri programmati in Alba, Asti, Alessandria e Torino, volti a coinvolgere attivamente Comuni, tecnici specializzati e operatori del settore, creando un tavolo di confronto e condivisione di competenze.
Un elemento chiave di “Tuber Next Gen 2025” è l’aggiornamento delle Carte di Attitudine dei suoli, strumento fondamentale per la localizzazione delle aree vocate alla produzione del tartufo bianco.
Grazie al lavoro dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA), la superficie censita come potenzialmente produttiva è stata ampliata del 39%, raggiungendo i 333.000 ettari.
Questo incremento riflette un approccio metodologico più accurato e una migliore comprensione dei fattori ambientali che influenzano la presenza del tartufo.
L’identificazione di 441 Comuni vocati, 32 dei quali recentemente inclusi, sottolinea la diffusione di questo tesoro naturalistico in un’ampia porzione del territorio piemontese, prevalentemente nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino.
L’analisi dettagliata dell’habitat rivela la prevalenza di querceti, saliceti e pioppeti come ecosistemi ideali, ma riconosce anche il ruolo cruciale di elementi minori come filari, siepi e formazioni arboree lineari all’interno dei contesti agricoli.
La progressiva riduzione dell’areale produttivo naturale, causata dall’urbanizzazione e dalle colture intensive, evidenzia l’urgenza di implementare pratiche di gestione sostenibile che contrastino la perdita di biodiversità e promuovano la resilienza degli ecosistemi.
Il tartufo, infatti, non sopravvive a un ambiente degradato.
Il governatore Alberto Cirio e l’assessore Marco Gallo hanno sottolineato come il tartufo rappresenti non solo un’eccellenza gastronomica, ma un simbolo della storia e dell’identità piemontese.
La visione strategica del progetto pone l’accento sull’integrazione tra pianificazione territoriale e forestale, riconoscendo che la qualità del paesaggio e la gestione responsabile delle risorse naturali sono prerequisiti fondamentali per la produzione tartufigena.
“Tuber Next Gen” si propone quindi come uno strumento per armonizzare conoscenze, strumenti e strategie, incentivando la responsabilità condivisa tra enti locali, professionisti e operatori.
L’investimento in pianificazione si traduce in un futuro più solido, capace di coniugare la salvaguardia dell’identità culturale con lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale, garantendo alle future generazioni un territorio ricco di risorse e opportunità.
Il progetto non mira solo a preservare una risorsa, ma a costruire un modello di sviluppo territoriale virtuoso e duraturo.







