La recente pubblicazione del Foglio n. 493 Taranto della Carta Geologica e Geotematica d’Italia, in scala 1:50.000, segna un passo significativo nel processo di censimento e caratterizzazione del patrimonio geologico nazionale.
L’evento di presentazione, ospitato presso l’Università di Bari e promosso da Asset Puglia in sinergia con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e l’Uniba, ha sancito un traguardo cruciale all’interno del più ampio progetto Carg (Carta Geologica).
Il progetto Carg, finanziato dalla Legge 160/2019, si propone di colmare una lacuna storica nella conoscenza dettagliata del sottosuolo italiano, attraverso la revisione e l’aggiornamento della carta geologica ufficiale.
La scelta di Taranto come punto di partenza non è casuale.
L’area, estesa a tutta la provincia e a comuni limitrofi, rappresenta una sfida geologica complessa, caratterizzata da una stratificazione storica particolarmente articolata e da problematiche ambientali di notevole rilevanza, che richiedono un approccio scientifico rigoroso e multidisciplinare.
Asset Puglia, in qualità di ente promotore, sottolinea l’importanza cruciale di questa iniziativa per la programmazione territoriale e la tutela ambientale.
La Carta Geologica, lungi dall’essere un mero prodotto accademico, si configura come uno strumento operativo essenziale per l’amministrazione pubblica, i tecnici e gli operatori del settore, fornendo un quadro di riferimento oggettivo e affidabile per la pianificazione urbanistica, la gestione del rischio naturale e la prevenzione dell’inquinamento.
Il Foglio 493 Taranto offre un’analisi approfondita della storia geologica del territorio, ricostruendo l’evoluzione del paesaggio dal Cretaceo superiore fino alle dinamiche attuali.
Questo include un’attenta mappatura e caratterizzazione dei terreni antropici, spesso contaminati da sostanze inquinanti derivanti da attività industriali e agricole.
Le informazioni così raccolte sono di primaria importanza per la definizione di strategie di monitoraggio e bonifica mirate, in particolare all’interno del Sito di Interesse Nazionale (SIN) di Taranto, un’area fortemente impattata da criticità ambientali.
Il responsabile scientifico del progetto, Massimo Moretti, ha evidenziato la complessità dell’indagine, che ha richiesto l’integrazione di dati geofisici, geochimici e geologici, impiegando tecniche di telerilevamento e analisi di laboratorio all’avanguardia.
La Carta Geologica, in quest’ottica, si erge a strumento interpretativo, capace di correlare i processi geologici passati con le problematiche ambientali presenti.
Giuseppe Mastronuzzi, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari, ha sottolineato come la Carta Geologica assuma un ruolo strategico in un contesto globale segnato da cambiamenti climatici accelerati e da una crescente pressione antropica sul territorio.
La sua capacità di fornire una descrizione analitica e dettagliata del sottosuolo è fondamentale per orientare le scelte di sviluppo verso soluzioni sostenibili, minimizzando l’impatto ambientale e preservando le risorse naturali per le generazioni future.
La pubblicazione di questo Foglio rappresenta quindi un investimento a lungo termine per la sicurezza e la resilienza del territorio tarantino e un modello per la revisione e l’innovazione della cartografia geologica a livello nazionale.







