Aujourd’hui, vendredi 26 février 2021, la Vallée d’Aoste a célébré deux dates fondamentales de son histoire: le 75e anniversaire de son Autonomie, pour rappeler le chemin parcouru depuis 1946 et la première séance du Conseil de la Vallée nommé par le Comité de libération nationale, et le 73e anniversaire de son Statut spécial, qui a été promulgué le 26 février 1948, après le vote de l’Assemblée constituante du 31 janvier de la même année.
Les célébrations ont été l’occasion pour faire le point sur l’Autonomie avec les interventions des Présidents de la Région, Erik Lavevaz, du Conseil de la Vallée, Alberto Bertin, du Conseil permanent des collectivités locales, Franco Manes, auxquelles se sont ajoutées celles des parlementaires de la Vallée d’Aoste, le Sénateur Albert Lanièce et la Députée Elisa Tripodi. Le Président de la Région Emilia-Romagna et Coordinateur de la Conférences des Régions et Provinces autonomes, Stefano Bonaccini, a envoyé une vidéo pour témoigner son adhésion à cet anniversaire.
«Être autonomes ne signifie pas être sourds – a dit le Président de la Région, Erik Lavevaz -: bien au contraire, notre autonomie nous appelle à être à l’écoute du monde, pour trouver nos paroles. Être autonomes signifie connaître notre territoire pour l’accompagner et le faire éclore. Être autonomes signifie bâtir des relations avec les communautés qui sont près de nous, à partir de la dimension régionale. Je m’engage et je vous invite à travailler ensemble pour comprendre notre présent, pour étudier nos racines afin d’imaginer les fruits de demain. Retrouvons notre sens de communauté et nos forces; retrouvons les liens qui ont permis à la Vallée d’Aoste de renaître après chaque crise. Rappelons-nous de l’autonomie de nos pères et de nos grand-pères, mais travaillons ensemble pour celle de nous-mêmes et de nos fils».
«Abbiamo bisogno, ispirandoci a Chanoux, di verità e futuro per garantire la vita di un piccolo popolo alpino come il nostro, messo a dura prova dalla pandemia – ha evidenziato il Presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin -. Il coraggio di dire la verità quando le cose non funzionano, cambiandole, e la determinazione e l’orgoglio di difendere quando invece funzionano e ci rappresentano. Per troppo tempo si è preferito promuovere un’autonomia autoreferenziale che guardava solo al presente e che ha prodotto inefficienze, sprechi e clientelismo. La miglior promozione è l’esempio. Perché la legittimazione viene dalla capacità di fare di più e meglio. Bisogna essere in grado di rispondere al meglio alle esigenze dei nostri cittadini. In questo momento, difficile per l’assetto autonomistico e per l’intero sistema regionale, la Valle d’Aosta deve avere la capacità di reagire. Lo si potrà fare riprendendo responsabilmente il percorso di autonomia, con uno sguardo rivolto al futuro».
«Un’inversione di tendenza è indispensabile – ha detto il Presidente del Consiglio permanente degli enti locali, Franco Manes -, l’utilizzo delle eccezionali risorse europee del Recovery Fund non può prescindere da questo: il sistema degli enti locali ne deve essere coinvolto sin dall’inizio. Il ruolo dei Comuni è fondamentale in termini propositivi, vogliamo essere interlocutori seri ed efficaci per dare il nostro apporto alle nuove politiche di sviluppo. Vivere in un piccolo Comune a misura di famiglia può essere bellissimo, ma solo se si affrontano seriamente, una volta per tutte, i mali oscuri che affliggono le aree interne. O si dà retta ai Sindaci e ai territori, oppure si decreta definitivamente la morte della montagna».
«La particolarità di questo momento storico ci sta rendendo tutti più fragili, insicuri – ha osservato il Senatore della Valle d’Aosta, Albert Lanièce – e ritrovarsi attorno ai valori della solidarietà, del rispetto, della libertà e della sussidiarietà rappresenta il modo migliore per celebrare la nostra Autonomia speciale che in questi valori trova il suo fondamento. Gli effetti pesantissimi, sanitari economici e sociali, che questa crisi pandemica sta producendo sulla nostra società rappresentano senza dubbio la sfida più impegnativa che la politica abbia mai affrontato dal secondo Dopoguerra: impedire la disgregazione della nostra società e evitare che molte delle nostre famiglie cadano nella povertà».
Per la Deputata della Valle d’Aosta, Elisa Tripodi, «è con spirito resiliente che si deve costruire la ripartenza e la ripresa, e, con spirito innovatore, per guardare al futuro della comunità e dei suoi giovani. Una comunità che muta in continuazione e a cui si deve dare i giusti strumenti per rispondere alle sfide del futuro. Strumenti di legalità e di pari opportunità per tutti e tutte».
Au cours de la cérémonie ont été annoncés les noms des nouveaux Chevaliers de l’Autonomie et Amis de la Vallée d’Aoste, qui recevront les insignes quand l’urgence sanitaire permettra d’organiser une cérémonie en présence.
Les nouveaux Chevaliers de l’Autonomie sont: Federica Brignone, pour avoir porté la Vallée d’Aoste, à laquelle est profondément liée, sur les podiums mondiaux et olympiques de ski alpin; Giuseppe Bosonin, entrepreneur, qui a consacré son temps à la communauté de Donnas, en valorisant ses traditions rurales et culturelles; Guido Diémoz, artiste sculpteur, artisan de la mémoire montagnarde, qui est devenu ambassadeur de la tradition valdôtaine.
Les nouveaux Amis de la Vallée d’Aoste sont: Léonard Gianadda, ingénieur et mécène de Martigny, dont l’activité en faveur de l’art a franchi le Col du Grand-Saint-Bernard pour compléter la vocation artistique d’Etroubles et de la Vallée d’Aoste; Francesco Oberti, entrepreneur d’Alessandria, qui a fait de l’alpinisme une raison de vie en valorisant le patrimoine historique et culturel des Guides du Cervin, dont il est membre honoraire.
Les nouveaux Chevaliers de l’Autonomie et Amis de la Vallée d’Aoste
Federica Brignone, Chevalier de l’Autonomie
Nata a Milano il 14 luglio 1990, Federica Brignone, figlia di Maria Rosa Quario, ex sciatrice di alto livello, e di Daniele Brignone, maestro di sci, è cresciuta a La Salle.
A partire dal 2009 è tra le atlete di punta della nazionale italiana di sci alpino. Nella sua carriera vanta un totale di 43 podi in Coppa del mondo (con 15 vittorie, di cui 7 in slalom gigante, 3 in supergigante, 5 in combinata), un bronzo olimpico nel gigante di Pyeong Chang 2018, un argento iridato nel gigante ai Campionati del mondo di Garmisch del 2011. È l’atleta italiana in attività, nelle discipline invernali, con il maggior numero di podi in Coppa del Mondo.
Nella stagione 2019-2020 è stata la prima sciatrice italiana a vincere la Coppa del mondo generale; nella stessa stagione si è aggiudicata anche la Coppa del mondo di slalom gigante e quella di combinata. È la seconda italiana più vincente di sempre in Coppa del mondo (dopo Deborah Compagnoni e alla pari di Isolde Kostner) ed è la prima sciatrice italiana della storia a vincere in tre discipline diverse nella stessa stagione agonistica.
Estroversa e solare, ama la competizione e la ricerca della perfezione, qualità che l’hanno portata a eccellere e a scrivere pagine inedite nella storia dello sci alpino femminile italiano. Dotata di grande sensibilità e attenzione verso il prossimo, Federica Brignone è testimonial della Regione autonoma Valle d’Aosta. Adora ogni tipologia di sport, ama la natura e la Valle d’Aosta dove vive e risiede.
Motivation
Quand le destin et le talent se croisent, les formes les plus variées se dessinent. Pour Federica Brignone, la vie est une piste de ski, sur laquelle équilibrer force et capacité de se concentrer, vitesse et habileté de tracer la meilleure trajectoire. Avec son sourire toujours désarmant, elle a hissé la Vallée d’Aoste, à laquelle elle est profondément liée, sur les podiums mondiaux et olympiques du ski alpin, première italienne à avoir remporté la Coupe du monde. Et, elle le sait, c’est sur la Vallée d’Aoste qu’elle pourra toujours compter.
Giuseppe Bosonin, Chevalier de l’Autonomie
Giuseppe Bosonin nasce a Donnas il 12 luglio 1927. Inizia la sua esperienza all’Olivetti nel 1942, quando viene ammesso al centro formazione meccanici, per poi essere destinato alla Officine Meccaniche Olivetti (OMO). È lo stesso Adriano Olivetti a convincerlo ad abbandonare la frequentazione di un corso di perfezionamento per lavorare nella costituenda Motori Baltea, che però chiude nel 1962.
Nel 1963, forte dell’esperienza maturata, intraprende con due soci una nuova attività nel locale dell’ex cinema a Donnas, fondando le Officine Meccaniche Valdostane (OMV Srl), che ha annoverato tra i principali clienti la Cogne e la stessa Olivetti. L’azienda assume gradualmente ragazzi freschi di scuola, portando l’organico nei periodi di maggiore produttività a oltre una dozzina di dipendenti. Cessa la conduzione dell’OMV nel 1990 cedendola alla SIMU di Torino e consentendone così l’ingresso nel gruppo FIAT. L’azienda è ancora oggi produttiva e ha sede a Pont-Saint-Martin.
Bosonin si è quindi dedicato alle sue passioni di sempre: l’allevamento di bestiame e la coltivazione della vite. Diversi i suoi contributi in favore della comunità di Donnas: è stato Consigliere comunale e vice conciliatore, è stato Presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario di Grand Vert. Oggi fa parte di un gruppo di ricerca incaricato di riscrivere il patois e di lasciare tracce della vita rurale di un tempo e delle tradizioni del paese.
Sposato dal 1950 con Andreina Pramotton, scomparsa nel 2007, ha 6 figlie (Luciana, Pierangela, Marina, Livia, Silvana e Delia), 15 nipoti e 18 pronipoti.
Motivation
Adriano Olivetti croyait fermement que chaque homme a la possibilité de s’affranchir de sa condition et de s’élever. Giuseppe Bosonin illustre parfaitement cette conviction: grâce à son engagement professionnel, il a su concrétiser ses rêves. Et aujourd’hui encore, en consacrant son temps à la communauté de Donnas, il nous démontre que mettre à profit les expériences acquises permet de grandir, de s’améliorer et de réaliser les aspirations les plus élevées.
Guido Diémoz, Chevalier de l’Autonomie
Guido Diémoz, nato a Doues il 13 novembre 1949, è artigiano dal 1977 e ha al suo attivo la partecipazione a numerose edizioni della Fiera di Sant’Orso di Aosta e della Fiera di Donnas, ricevendo anche premi e riconoscimenti.
Con le sue sculture realizzate in noce racconta il mondo rurale valdostano e oggi appare essere uno degli artisti del legno più rappresentativi dell’intero arco alpino. Personaggio schivo, di poche parole, da sempre ha dedicato parte della sua vita a essere ambasciatore della memoria di una cultura contadina e montanara.
Le tradizioni e le conoscenze si tramandano soprattutto su supporti cartacei e fotografici, attraverso una accurata ricerca archivistica e documentale, ma con Guido Diémoz si va oltre: le sue opere garantiscono la fisicità e la plasticità di momenti e azioni, che appartengono alla storia dei valdostani.
Ogni anno realizza un’opera monumentale, sia per lo spessore artistico che per le dimensioni e complessità: non solo pezzi scultorei ma scampoli di una vita passata, che esprimono un percorso artistico, iconografico e documentale senza pari in tutto l’arco alpino. La passione per il proprio paese, il suo rispetto per tutti e il suo modo garbato, quasi timido, di porsi di fronte ai suoi estimatori e all’intera Valle d’Aosta, lo rendono un personaggio serio e concreto. Diémoz rappresenta l’amore per la sua “Petite Patrie”.
Motivation
Il a choisi le bois de noyer, stable et résistant aux déformations, pour y graver les émotions et les atmosphères d’un patrimoine historique qui nous appartient, hier comme aujourd’hui. Guido Diémoz fait parler ses sculptures et nous livre un aperçu du monde rural et de la vie de nos villages: de ses œuvres, jaillissent les personnages et les moments d’un passé qui, tout comme le bois, sont solidement enracinés dans notre terre et s’installent dans nos cœurs. Artisan de la mémoire montagnarde, devenu ambassadeur de la tradition valdôtaine, au niveau tant italien qu’international, l’artiste de Doues représente la fierté d’être valdôtain.
Léonard Gianadda, Ami de la Vallée d’Aoste
Léonard Gianadda naît le 23 août 1935 à Martigny. D’origine valaisanne du côté de sa mère et italienne du côté de son père, il mène d’abord une vie de photoreporter; son intérêt pour l’art et l’archéologie, découvert à son adolescence, est grand et ne cesse de s’amplifier au fil du temps, lors de ses divers voyages et rencontres.
Après avoir obtenu son diplôme d’ingénieur, en 1960, Léonard ouvre un bureau d’ingénieurs à Martigny; la même année, il effectue un voyage de quatre mois avec son frère Pierre. En 1976, un temple gallo-romain est découvert sur le site où il projette de construire un immeuble et Pierre décède dans un accident d’avion: ce concours de circonstances motive Léonard à créer, autour des vestiges, une Fondation à but culturel pour perpétuer la mémoire de son frère. L’ingénieur-mécène développe des contacts rapprochés avec des musées et des collectionneurs du monde entier, ainsi qu’avec des musiciens de renom. Ces échanges privilégiés lui ouvrent des portes et lui permettent d’organiser des expositions et des concerts d’exception à la Fondation Pierre Gianadda, dont il complète au fil des ans l’offre culturelle. Son action s’étend également dans la ville. En 2009, il crée, avec son épouse Annette, la Fondation à but social Annette et Léonard Gianadda. Dix ans après, en 2019, il crée la Fondation Léonard Gianadda – Mécénat. Les retombées d’un tel mécénat culturel ne se font pas attendre, les honneurs pleuvent sur Léonard Gianadda: chevalier, officier, commandeur de la Légion d’honneur, membre de la section des Associés étrangers de l’Académie des Beaux-Arts, commandeur de l’Ordre des arts et des lettres.
En Vallée d’Aoste, en 2005, il est fait citoyen d’honneur d’Étroubles, où il collabore à l’organisation du premier musée en plein air de la région «À Étroubles, avant toi sont passés…» et, à plusieurs reprises, il prête gratuitement des œuvres lui appartenant pour permettre d’aménager des expositions de renommée mondiale. Il contribue également à l’achat de l’œuvre de Michel Favre, qui se trouve sur la place du village et, en 2020, il offre un soutien financier destiné aux personnes de la commune en difficulté économique.
Motivation
Une vie d’ingénieur et de mécène: telle est l’existence de Léonard Gianadda, qui a réalisé ses projets en suivant son instinct, ses passions et ses rêves. À partir de Martigny, grâce à ses Fondations, centres pétillants de culture qui ont pérennisé le souvenir de son frère Pierre et de son épouse Annette, l’onde de son dévouement en faveur de l’art s’étend de plus en plus, au point de dépasser les frontières : le col du Grand-Saint-Bernard franchi, elle a trouvé un accord parfait avec la vocation artistique d’Étroubles et de la Vallée d’Aoste.
Francesco Oberti, Ami de la Vallée d’Aoste
Francesco Oberti, per tutti Franco, è nato ad Alessandria il 31 maggio 1933. All’età di 14 anni per l’improvvisa scomparsa del padre inizia con la mamma a mandare avanti l’officina di riparazioni di radiatori con un solo dipendente, dividendo il suo tempo tra il lavoro e la scuola: all’università decide di abbandonare gli studi per ampliare l’officina. Negli anni, l’azienda “Oberti Radiatori” è diventata “Astra Refrigeranti”, leader nel mondo per la progettazione e costruzione di scambiatori di calore per grandi impianti, con alle sue dipendenze 14 ingegneri e circa 80 persone tra impiegati e operai.
Dopo qualche vacanza in montagna, a 30 anni, con la moglie Piera Barboro acquista una casa a Cervinia dove passa tutto il tempo libero dedicandosi allo sci. Frequentando l’ambiente dei maestri e delle guide inizia ad avvicinarsi all’alpinismo che lo porta a scalare il Cervino per diverse volte e le più belle cime della Valle d’Aosta.
Si crea un’amicizia e nasce in lui l’esigenza e la voglia di dare una sede adeguata alle “Guide del Cervino”. Con la collaborazione della Regione Valle d’Aosta, la Società delle Funivie del Cervino, altri frequentatori del Breuil e le guide stesse il suo sogno verrà realizzato con l’inaugurazione della “Casa delle Guide” a Cervinia nel 2009. Per 25 anni è Presidente del “Club Amici del Cervino” e collabora all’organizzazione di un incontro annuale tra gli iscritti con lo scopo di promuovere le bellezze della Valle e il valore delle guide. Viene nominato cittadino onorario di Valtournenche e guida onoraria delle guide del Cervino per i suoi meriti alpinistici.
Motivation
Gli amori a prima vista possono evaporare in breve tempo, oppure cementificarsi nell’anima. Quello tra Francesco Oberti e la montagna, in particolare il Cervino, è un rapporto duraturo: sono due tessere di uno stesso mosaico. A Valtournenche, Franco è di casa, è a casa, e indossare la divisa delle Guide del Cervino è testimonianza non solo delle 80 e più scalate che ha effettuato, ma anche della sua profonda empatia con chi dell’alpinismo ha fatto una ragione di vita, valorizzandone costantemente il patrimonio storico e culturale. A dimostrazione non di un’affinità aleatoria, ma di un legame indissolubile.