Un’ombra di violenza si è abbattuta su Omegna, scuotendo la tranquillità della comunità.
Un uomo di trent’anni è finito in arresto, accusato di aver perpetrato maltrattamenti nei confronti della sua compagna, un atto che ha visto il coinvolgimento, in qualità di testimone passiva, la loro figlia di appena undici mesi.
La vicenda, giunta all’attenzione delle forze dell’ordine su segnalazione della madre della donna, si è dipanata come una spirale di terrore e paura.
L’intervento delle pattuglie non ha fatto che confermare la gravità della situazione: l’uomo, in preda a un’ira incontrollabile, proferiva minacce esplicite di morte alla compagna, con riferimenti inquietanti alla possibilità di sottrarle la figlia, il bene più prezioso.
La donna, ventisettenne, ha poi fornito agli agenti un quadro dettagliato di un rapporto intriso di violenza, sia fisica che psicologica, protrattosi nel tempo.
Le aggressioni non si sono limitate a episodi recenti, con minacce e percosse avvenute solo pochi giorni prima dell’intervento delle forze dell’ordine, ma si sono verificate in una dinamica consolidata nel tempo.
La vittima, traumatizzata, è stata immediatamente trasportata in ospedale per le cure necessarie e avviata al percorso rosa, un programma di protezione e supporto psicologico dedicato alle donne vittime di violenza.
La sua denuncia, formale e dettagliata, ha permesso di ricostruire un quadro allarmante di un clima di coercizione e paura.
L’indagine, condotta con precisione dal personale del commissariato di Omegna e dalla squadra volanti della questura di Verbania, ha portato a un’ispezione domiciliare che ha rivelato la presenza di un’arma da fuoco illegalmente detenuta.
Nascosta all’interno di un armadio, è stata rinvenuta una pistola Beretta modello 950 B, calibro 6.35, con matricola parzialmente abrasa, segno di un tentativo di occultamento volto a eludere i controlli delle autorità.
Accanto all’arma, un quantitativo significativo di munizioni, superiore a cinquanta, ha ulteriormente aggravato la gravità del ritrovamento.
L’arresto dell’uomo, con precedenti penali per fatti non correlati, solleva interrogativi sulla sua pericolosità e sulla necessità di un monitoraggio costante.
L’episodio pone l’accento sull’importanza di una maggiore sensibilizzazione nei confronti del fenomeno della violenza di genere e sulla necessità di rafforzare i sistemi di protezione e supporto per le vittime, garantendo loro un percorso sicuro e dignitoso verso la ricostruzione della propria vita.
Si tratta di un campanello d’allarme che richiede un impegno collettivo per contrastare un male che affligge la società e che colpisce, con effetti devastanti, la vita di donne e bambini.







