Il mercato delle comunicazioni in Italia nel 2022: analisi dei principali attori e delle fonti di ricavo.

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Il panorama economico del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) per l’anno 2022 si presenta come un tessuto intricato di valori e posizioni. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha certificato che il valore complessivo del SIC raggiunge i 19,4 miliardi di euro, rappresentando l’1% del Pil nazionale. La Rai si erge al vertice della classifica con una quota del 13,1% dei ricavi totali del SIC, seguita da Alphabet/Google che conquista la seconda posizione con un peso dell’11,3%. Il gruppo Comcast/Sky e il Gruppo Fininvest seguono da vicino con rispettivamente il 9,9% e il 9,8%. A seguire troviamo Meta/Facebook al 7,6%, Amazon al 3,7%, Cairo Communication al 3,5%, Netflix al 3,2% e infine Gedi Gruppo Editoriale al 2,7%.Nel confronto con il precedente anno, nel 2021 il valore complessivo del SIC era stato stimato in 18,9 miliardi di euro. Nel corso dell’anno successivo la Rai mantiene la leadership nonostante una lieve contrazione della sua quota dal 13,5% al 13,1%. Google scala due posizioni passando dal 10% all’11,3%, mentre Comcast/Sky e Fininvest registrano cali rispettivamente dal 12,1% al 9,9% e dal 10,3% al 9,8%. Al contrario Meta/Facebook registra una crescita significativa passando dallo share del ​​6,9% al nuovo dato del ​​7.6%.Analizzando le fonti di ricavi che determinano il valore complessivo del SIC per l’anno in esame emergono dati interessanti: la pubblicità online si conferma come principale fonte di guadagno con un totale di 6.3 miliardi di euro nel 2022 (pari al ​​32.6% del SIC), evidenziando una crescita costante (+55% in due anni) e un divario sempre più marcato rispetto alla pubblicità tradizionale (che rimane stabile rispetto all’anno precedente a quota di circa €4.98 miliardi). I finanziamenti pubblici contribuiscono per il ​​12.2% alla composizione del valore totale del SIC mentre le entrate derivanti dalla vendita diretta di prodotti e servizi incidono per il ​​29.4%, mostrando un incremento significativo nei ricavi provenienti dalle offerte televisive a pagamento su Internet a discapito dei redditi generati dagli abbonamenti alla pay tv satellitare e dalla vendita dei giornali cartacei.

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