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martedì 11 Novembre 2025

Sanità Sardegna: Mensa e Buoni Pasto, un Diritto da Garantire

La questione della refezione per il personale sanitario in Sardegna si configura come un nodo cruciale, intrecciando diritti costituzionali, obblighi normativi e la concreta gestione delle risorse pubbliche.
La Fp Cgil Sardegna, con la segretaria generale Roberta Gessa, e le rappresentanze regionali della Uil Fpl, attraverso Massimo Marceddu, Aurelia Orecchioni e Fabio Sanna, hanno sollevato con forza una problematica che incide direttamente sulla qualità della vita e sulla sostenibilità del servizio sanitario regionale.

L’esigenza di garantire il servizio mensa o, in alternativa, l’erogazione di buoni pasto, non può essere relegata a una mera questione amministrativa, ma si presenta come un imperativo derivante da una complessa stratificazione di diritti.

La normativa nazionale ed europea, affiancata da una solida interpretazione giurisprudenziale della Corte di Cassazione, impone alle aziende sanitarie l’obbligo di assicurare un adeguato supporto alimentare ai propri dipendenti, soprattutto in contesti lavorativi caratterizzati da turni prolungati, come spesso accade nel settore sanitario.

Il diritto al pasto sostitutivo, rappresentato dai buoni pasto, si configura, quindi, come un diritto-lavoro essenziale per quei dipendenti che superano le sei ore di lavoro giornaliero, anche in presenza di organizzazione a turni, laddove la struttura non disponga di una mensa aziendale.
L’attuale scenario, tuttavia, rivela una frattura tra l’impegno normativo e la realtà operativa.
Le risorse finanziarie, giudicate insufficienti, compromettono la piena attuazione del diritto alla mensa, lasciando ampi margini di insoddisfazione e creando disuguaglianze tra il personale.

Questa carenza, più che un semplice inconveniente, incide negativamente sulla salute e sul benessere dei lavoratori, riducendo la loro capacità di fornire un servizio sanitario di qualità.

Si tratta di un circolo vizioso che mina la sostenibilità del sistema, poiché un personale demotivato e affaticato non può garantire standard elevati di cura e assistenza.

I sindacati, consapevoli della complessità della situazione, non si limitano a denunciare l’inadempienza, ma sollecitano un confronto costruttivo con l’Assessorato regionale alla Sanità.
L’obiettivo è quello di individuare soluzioni concrete e durature, che superino le attuali criticità e assicurino una gestione equa e sostenibile delle risorse.

La richiesta di un incontro non è un atto isolato, ma una manifestazione di volontà di collaborazione, volta a trasformare un problema in un’opportunità di miglioramento per l’intera comunità sarda.
Si auspica, pertanto, un intervento mirato che non si limiti a tamponare la situazione, ma che investa in modo strutturale il diritto al pasto come parte integrante di un sistema di welfare aziendale volto a premiare e tutelare il capitale umano del sistema sanitario regionale.

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