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domenica 9 Novembre 2025

Tensioni all’Università di Salerno: studenti contro politica, replica Bernini

La recente cerimonia di insediamento del rettore Virgilio D’Antonio all’Università degli Studi di Salerno, segnata dall’inizio di un mandato cruciale 2025-2030, ha offerto un microcosmo delle tensioni che attraversano il mondo accademico italiano.
L’episodio che ha catturato l’attenzione, e che ha suscitato la risposta lapidaria della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, rivela un profondo scollamento tra le istanze di cambiamento avanzate dagli studenti e la visione, apparentemente pragmatica, della politica accademica.
L’azione di uno studente che ha tentato di interrompere la cerimonia, unitamente alla contestazione esterna manifestata attraverso striscioni veementi – “Solo tagli all’Università.

Bernini fuori da Unisa e Bernini e De Luca non siete i benvenuti” – non rappresentano un mero atto di protesta, ma l’espressione di una crescente frustrazione nei confronti di politiche percepite come dannose per il futuro dell’istruzione superiore.

Questi cartelli non si limitano a rivendicazioni di carattere economico, ma denunciano una critica più ampia nei confronti della direzione che si ritiene stia prendendo l’università, evocando timori di tagli al budget, riduzione dell’offerta formativa e, in ultima analisi, una diminuzione della qualità dell’istruzione.
La replica di Anna Maria Bernini, seppur sintetica, svela una prospettiva divergente.

La sua affermazione – “Li amo, ma non tanto da essere interrotta da loro, anche perché io contesto le contestazioni” – non è un mero rifiuto del dissenso, ma una dichiarazione di principio sul valore del dibattito costruttivo e sull’importanza di basare le azioni su fatti concreti piuttosto che su proclami sterili.
La ministra sembra suggerire che la protesta, intesa come semplice espressione di frustrazione e rabbia, rischia di diventare fine a se stessa, alimentando un’illusione di cambiamento senza produrre risultati tangibili.
L’episodio solleva interrogativi fondamentali sul ruolo della protesta studentesca nella società contemporanea e sulla necessità di un dialogo più aperto e costruttivo tra le istituzioni accademiche, i rappresentanti degli studenti e la politica.

La contestazione, sebbene legittima e a volte necessaria, deve essere accompagnata da proposte concrete e da una volontà di collaborazione per affrontare le sfide che l’università si trova ad affrontare.
Il rischio, altrimenti, è quello di perpetuare un circolo vizioso di tensioni e incomprensioni che danneggia tutti gli attori coinvolti, compromettendo il futuro stesso dell’istruzione superiore.
La ministra Bernini, con la sua risposta, sembra invitare a superare la polarizzazione e a concentrarsi sulla ricerca di soluzioni condivise, basate sull’evidenza e orientate al bene comune.

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