A Bressanone, un’inchiesta dei Carabinieri, coordinata dalla Procura di Bolzano, ha portato alla denuncia di tre cittadini albanesi – un nucleo familiare composto da padre, madre e figlio – con l’accusa di circonvenzione di persona incapace, un reato particolarmente grave esasperato dall’entità del danno economico subito dalla vittima, un uomo di 86 anni.
L’indagine, innescata da crescenti preoccupazioni emerse nel settembre 2024, ha svelato un disegno fraudolento di notevole complessità, volto a sfruttare la vulnerabilità e la solitudine di un anziano privo di una rete di supporto familiare solida.
Il modus operandi utilizzato dal trio si fondava su un’abile manipolazione emotiva.
La donna, formalmente impiegata come badante in nero, instaurò un rapporto di apparente affetto e dedizione, conquistando gradualmente la fiducia della vittima.
Questa finta premura servì a isolare l’anziano dal contatto con amici, vicini e altre potenziali fonti di supporto, rendendolo sempre più dipendente dai suoi presunti “aiutanti”.
Parallelamente, il figlio, sfruttando la crescente fiducia del padre, si prodigava nell’ottenere benefici economici e materiali, mascherando la provenienza illecita dei beni acquisiti.
L’accusa ipotizza che i malfattori abbiano progressivamente convinto l’anziano a trasferirsi nella loro abitazione, un passo cruciale per esercitare un controllo sempre maggiore sulle sue finanze e sulla sua libertà di decisione.
L’ammanco patrimoniale si è quantificato in circa 71.000 euro, frutto di una combinazione di bonifici bancari non autorizzati, procure testamentarie manipolate e acquisizioni di beni di lusso, come automobili e orologi Rolex, intestati al figlio per camuffare la reale proprietà e garantire un’eredità illecita in caso di decesso dell’anziano.
L’indagine ha inoltre portato alla luce un potenziale ruolo collusivo di un avvocato di famiglia, segnalato alla Procura per possibili irregolarità nella redazione di documenti legali che hanno agevolato l’accesso dei presunti truffatori al patrimonio della vittima.
Questo aspetto suggerisce un sistema più ampio e strutturato di sfruttamento della fragilità altrui.
Il Pubblico Ministero Igor Secco ha coordinato le indagini che hanno permesso ai Carabinieri di interrompere le attività fraudolente e di disporre il sequestro dei beni riconducibili agli indagati, ora sotto la custodia di un tutore legale nominato per proteggere gli interessi dell’anziano.
Il Comandante della Compagnia di Bressanone ha sottolineato l’importanza di salvaguardare le persone più vulnerabili, invitando la comunità a mantenere un’attenzione vigile nei confronti degli anziani soli e a segnalare tempestivamente qualsiasi comportamento sospetto, ribadendo l’impegno delle Forze dell’Ordine nella lotta contro l’abuso e lo sfruttamento delle persone anziane.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare i controlli e la sensibilizzazione nei confronti di situazioni di potenziale rischio, e sull’importanza di garantire un supporto adeguato agli anziani che vivono in isolamento.







