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domenica 9 Novembre 2025

Doppio ATP Finals: Tra tradizione, spettacolo e nuove regole.

La discussione in corso attorno al formato del doppio agli ATP Finals e alle Olimpiadi rivela una profonda disamina delle dinamiche che regolano l’equilibrio tra spettacolo, competizione e rispetto per la tradizione del tennis.
Simone Bolelli, voce autorevole nel panorama del doppio maschile, ha espresso con chiarezza un’opinione condivisa da molti giocatori: il sistema a tre set con punto secco sul 40-40 e super tie-break al terzo set introduce un elemento di aleatorietà eccessiva, capace di sminuire l’impegno e la strategia profusi in campo.

La critica non è sterile, ma nasce dalla consapevolezza che un incontro di doppio, disciplina che richiede un’alchimia complessa tra due atleti, merita una conclusione che rifletta la reale superiorità di una coppia rispetto all’altra.

Un singolo punto, un breve squilibrio, non dovrebbe poter decretare la vittoria o la sconfitta in una partita che può facilmente superare l’ora e mezza.
L’esempio di Arevalo, costretto ad affrontare un super tie-break perdendo i primi punti cruciali, illustra come questo sistema possa distorcere la percezione dell’effettivo andamento della partita.

Andrea Vavassori, membro del Player Council, ha aggiunto una prospettiva pragmatica alla discussione, sottolineando l’influenza dei vincoli imposti dalle esigenze televisive e del calendario.

La volontà di garantire orari di inizio e fine precisi, dettati dalle logiche commerciali, spesso si scontra con la natura intrinsecamente imprevedibile delle partite di doppio, capaci di protrarsi ben oltre i limiti di tempo standard.

La proposta di anticipare l’orario di inizio del doppio rappresenta un tentativo di conciliare queste esigenze contrastanti, offrendo una potenziale soluzione che preservi l’integrità della competizione senza compromettere la programmazione televisiva.

Tuttavia, la riflessione più profonda si concentra sulla percezione della “realistica” struttura del punteggio adottata agli Slam, considerata da molti come il modello più equo e completo per valutare la reale capacità di una coppia di tennisti.
L’argomentazione che emerge è quindi complessa e articolata: non si tratta semplicemente di preferire un formato all’altro, ma di bilanciare la necessità di spettacolo e di rispetto dei vincoli commerciali con la volontà di garantire che i risultati riflettano l’effettivo valore atletico e strategico espresso dai giocatori.

La discussione, tutt’altro che conclusa, apre a un dibattito più ampio sulla definizione dell’identità e del valore del doppio nel panorama del tennis moderno.

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