24 dicembre 2024 – 19:01
Augusto Rollandin, figura enigmatica e potente della politica valdostana, si distingueva per i suoi silenzi eloquenti e le assenze misteriose. A 75 anni, la sua strategia era impeccabile: preparava con cura ogni mossa, agendo quando nessuno se lo aspettava. Le sue decisioni diventavano legge, bruciando il tempo dell’opposizione. I suoi silenzi erano un’arma contro avversari e cronisti, le sue parole avvolte in un alone di mistero. Non cercava confidenti per condividere segreti, ma aveva molti pronti ad ascoltarlo e a diffondere voci o fatti.L’Imperatore Rollandin conosceva non solo la terra che governava ma anche gli uomini che la abitavano. La sconfitta politica non lo intimidiva; sapeva trasformare l’umiliazione in rifugio, come accadde nei momenti più amari del 1990 e del 2006. Il suo regno aveva una tana a Brusson, dove si rifugiava dai rumori del mondo esterno.I suoi silenzi erano eloquenti anche di fronte alle inchieste giudiziarie: mai una parola diretta, solo enigmi da decifrare. Le sconfitte politiche lo allontanavano dai microfoni e dalla vista del pubblico, ma Rollandin sapeva tornare più forte di prima. Nel 2006, dopo la sconfitta contro Carlo Perrin al Senato, l’Imperatore riconquistò il trono della Regione con un record di preferenze straordinario.La sua storia politica era costellata di alti e bassi, di silenzi carichi di significato e di ritorni trionfali. Augusto Rollandin rimarrà nella memoria collettiva come un uomo che sapeva usare il potere del silenzio per vincere le battaglie più difficili.