A trent’anni dalla tragica scomparsa di Serafino Famà, stimato penalista catanese, la città di Catania ha voluto rendere omaggio alla sua figura con una cerimonia solenne e partecipata.
Il piazzale e il parco adiacente, un’oasi verde nel tessuto urbano, sono stati ufficialmente dedicati alla sua memoria, un gesto simbolico che testimonia il profondo legame tra la comunità e l’impegno civile di un uomo.
La commovente celebrazione ha visto la presenza dei suoi affetti più cari: la moglie Vittoria Tudisco, le figlie Flavia e Fabrizia, testimoni diretti di un dolore ancora vivo.
Al loro fianco, il sindaco Enrico Trantino, esponenti della Camera Penale di Catania, magistrati, autorità militari e civili, colleghi e amici, tutti uniti nel ricordo e nella condivisione di un lutto che ha segnato la storia della città.
Il 9 novembre 1995, una sera oscura, la violenza mafiosa spezzò la vita di Serafino Famà, un avvocato che aveva scelto di erigere un baluardo di legalità in un contesto spesso compromesso.
La sua attività professionale, costellata di difese appassionate e coraggiose, lo aveva inevitabilmente posto sulla linea di tiro del potere criminale.
Quel sacrificio, brutale e ingiusto, rappresenta un monito, un grido d’allarme contro la cultura dell’illegalità che affligge da troppo tempo il territorio.
Il sindaco Trantino, con un’emozione palpabile, ha ripercorso il rapporto personale che lo legava a Famà, descrivendolo con affetto e rispetto.
Ricordando il soprannome “zio”, Trantino ha voluto sottolineare come la figura di Famà fosse profondamente radicata nella sua vita fin dall’infanzia.
Il suo elogio non si è limitato a celebrare le qualità umane di un uomo, ma ha esaltato la sua incrollabile dedizione alla professione, la sua ferma opposizione alla logica mafiosa e la sua tenace difesa dei principi di giustizia.
L’intitolazione del parco a Serafino Famà, affiancandolo idealmente allo spazio dedicato al giudice Giovanni Falcone, assume un significato profondo.
Si tratta di un riconoscimento del ruolo cruciale che l’avvocatura e la magistratura svolgono nella salvaguardia dello Stato di diritto.
Due istituzioni, due corpi professionali, entrambi costretti a confrontarsi con la criminalità organizzata, entrambi chiamati a incarnare i valori di onestà, coraggio e integrità.
Il parco, luogo di aggregazione e di svago per i catanesi, diviene così un simbolo tangibile dell’eredità di Famà: un invito costante a coltivare la legalità, a promuovere la cultura della giustizia e a non dimenticare il prezzo, troppo spesso pagato con la vita, per difendere i principi fondamentali della nostra convivenza civile.
La sua memoria, incisa nel verde e nella pietra, continuerà a ispirare le future generazioni a combattere per un futuro più giusto e sicuro.







