L’enfasi eccessiva sugli aspetti finanziari di Matera Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026 rischia di oscurare il nucleo stesso dell’iniziativa: un’opportunità irripetibile per promuovere un dialogo costruttivo e una comprensione reciproca tra le popolazioni che si affacciano sul Mare Nostrum.
Lo ha sottolineato Vanessa Vizziello, voce del collettivo promotore, durante il Consiglio comunale aperto alla cittadinanza, un momento cruciale per delineare la visione e la missione di Matera, città dei Sassi, che condividerà questo prestigioso titolo con Tétouan, in Marocco.
L’appello, supportato da un ampio fronte di 69 organizzazioni della società civile, non si limita a una celebrazione culturale; si tratta di un impegno concreto a rendere Matera 2026 un vero e proprio laboratorio di pace, un luogo in cui i diritti umani, la libertà di espressione e la ricerca della verità possano germogliare e fiorire.
In un Mediterraneo segnato da conflitti, disuguaglianze e tensioni geopolitiche, l’iniziativa assume un significato ancora più profondo: quello di creare ponti, abbattere barriere e promuovere la riconciliazione.
Al centro del dibattito si è posta la questione della partecipazione di artisti e rappresentanti istituzionali israeliani.
L’istanza, formulata con fermezza, invita a escludere figure che, a giudizio delle organizzazioni promotrici, supportano politiche governative responsabili di gravi violazioni del diritto internazionale e di occupazione territoriale nei confronti del popolo palestinese.
Parallelamente, si sollecita l’inclusione di voci artistiche e promotori di dialogo interculturale, capaci di costruire narrazioni condivise e di favorire la comprensione tra le comunità.
La risposta del sindaco Antonio Nicoletti, pur riconoscendo l’importanza del tema della pace, ha evidenziato la necessità di un approccio ponderato e diplomatico.
Pur condividendo l’aspirazione ai valori promossi, il sindaco ha espresso riserve sulla formulazione di divieti generalizzati, sottolineando la complessità di conciliare principi etici e libertà artistiche.
La cultura, secondo Nicoletti, deve svolgere un ruolo guida nell’affrontare tematiche così delicate, richiedendo un’attenzione particolare e una sensibilità che eviti polarizzazioni e strumentalizzazioni.
L’occasione pone un dilemma fondamentale: come equilibrare l’impegno per la giustizia e i diritti umani con il principio della libertà di espressione e il potenziale di dialogo che l’arte può offrire? Matera 2026 si presenta come un banco di prova cruciale, un’opportunità per dimostrare che la cultura può essere un motore di cambiamento sociale, un veicolo per promuovere la comprensione reciproca e costruire un futuro di pace e prosperità per l’intero Mediterraneo.
Il dibattito aperto e costruttivo, che ha animato il Consiglio comunale, rappresenta il primo passo verso la realizzazione di questa ambiziosa visione.







