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giovedì 13 Novembre 2025

Truffa ai disabili: sequestro di 2 milioni di euro a Napoli

Un’operazione di ampio respiro, scaturita da un’indagine complessa condotta dalla Procura di Napoli in collaborazione con il nucleo investigativo economico-finanziario della Guardia di Finanza, ha portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, riguardante otto individui sospettati di aver perpetrato una sofisticata frode ai danni dello Stato.
L’azione, autorizzata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su impulso della Direzione Distrettuale Antimafia, solleva interrogativi significativi sulla vulnerabilità dei sistemi di controllo e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di verifica nell’erogazione di prestazioni assistenziali.
Al centro dell’indagine vi è una frode particolarmente insidiosa, stimata in quasi due milioni di euro (1.997.482,13 euro), che ha visto l’abuso di risorse destinate a sostenere i cittadini in condizioni di grave disabilità.

L’illecito consisteva nel riconoscimento indebito di pensioni di inabilità e indennità di accompagnamento a soggetti che, a quanto pare, non possedevano i requisiti di legge per beneficiare di tali prestazioni.

La frode, abilmente orchestrata, ha sfruttato lacune o debolezze nei processi di verifica delle commissioni mediche competenti, generando un danno erariale di notevole entità.
L’avvio delle indagini è stato innescato dalle rivelazioni di un collaboratore di giustizia, un elemento cruciale che ha fornito una prima chiave di lettura di un sistema presumibilmente ramificato.

Le successive attività investigative, condotte con meticolosa accuratezza dal Gruppo Investigativo Criminalità Economica (GICO) della Guardia di Finanza di Napoli, hanno portato alla luce una serie di irregolarità e incongruenze che hanno corroborato le accuse.

I presunti truffatori, stando alle evidenze raccolte, non solo non presentavano le patologie certificate necessarie per accedere ai benefici, ma non si sarebbero nemmeno sottoposti alle visite mediche preliminari richieste dalla legge.

Questo aspetto rivela un’organizzazione criminale capace di eludere i controlli e manipolare il sistema a proprio vantaggio.

Il provvedimento di sequestro preventivo, disposto dal giudice, mira a confiscare i beni mobili e immobili degli indagati, fino all’ammontare delle somme percepite illecitamente.

L’espressione “confisca per equivalente” sottolinea l’intento di recuperare, in modo simbolico, i fondi sottratti al patrimonio pubblico, colpendo nel segno i responsabili dell’inganno.
L’operazione rappresenta un segnale forte nella lotta alla criminalità finanziaria e un monito per coloro che tentano di sfruttare la fragilità del sistema assistenziale a scopo di lucro, evidenziando la necessità di implementare strategie di controllo più rigorose e di rafforzare la trasparenza dei processi decisionali.

L’inchiesta apre ora un dibattito più ampio sulla necessità di una revisione dei protocolli di verifica e sull’importanza di una maggiore collaborazione tra istituzioni per tutelare il patrimonio sociale e garantire l’equa distribuzione delle risorse.

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