cityfood
cityeventi
sabato 15 Novembre 2025

Avellino, anziano manipolato: donna indagata per circonvenzione

Un intricato scenario di manipolazione e abuso di fiducia si è dipanato in provincia di Avellino, culminando con la denuncia per circonvenzione di incapace di una donna di 57 anni, residente nella provincia di Napoli.

La vicenda, complessa e dolorosa, è emersa solo post mortem dell’anziano tutelato, a seguito di una denuncia presentata dai suoi familiari, che hanno immediatamente insospettito le autorità militari.

L’anziano, affetto da una grave e certificata demenza senile, era affidato alle cure della donna, che ne gestiva la residenza e l’assistenza in un contesto di apparente dedizione.

Tuttavia, dietro questa facciata si celava una sottile e premeditata strategia volta a sfruttare la vulnerabilità dell’uomo, rendendolo incapace di comprendere appieno le implicazioni delle sue azioni.

La donna, già gravata da una condanna precedente per furto, ha approfittato dello stato confusionale e della progressiva perdita di capacità decisionali dell’anziano per convincerlo a disporre testamentariamente in suo favore, donandole l’appartamento di sua proprietà.
Questo atto, compiuto in un contesto di profonda asimmetria di potere e conoscenza, rappresenta un chiaro esempio di manipolazione psicologica e abuso di fiducia.

Ma la vicenda non si limita alla donazione dell’immobile.
Le indagini dei Carabinieri di Mirabella Eclano hanno fatto emergere un quadro ancora più inquietante: nel corso dei mesi, la donna avrebbe sistematicamente sottratto denaro contante e oggetti di valore custoditi nell’abitazione dell’anziano, depredandolo di beni materiali e, soprattutto, della sua dignità.

Questo caso solleva interrogativi cruciali sulla responsabilità dell’assistente, sulla necessità di un monitoraggio più rigoroso delle situazioni di vulnerabilità e sulla protezione delle persone affette da demenza senile.
La circonvenzione di incapace non è solo un reato contro il patrimonio, ma un affronto alla persona, un’offesa alla sua autonomia e alla sua capacità di autodeterminazione.
L’accusa ipotizzata configura un atto doloso, premeditato, che si nutre della debolezza altrui e ne sfrutta l’ignoranza per fini personali, violando i principi fondamentali di correttezza, lealtà e buona fede che dovrebbero improntare ogni rapporto di fiducia, soprattutto quando si tratta di assistere una persona fragile e indifesa.

L’inchiesta è in corso e si prefigge di ricostruire l’intera dinamica degli eventi e di accertare la piena responsabilità della donna, contribuendo a tutelare i diritti delle persone vulnerabili e a prevenire il ripetersi di simili episodi.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap