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venerdì 14 Novembre 2025

Cancro in Europa: 1,29 milioni di morti, grandi disparità.

Nel panorama europeo del 2022, il peso del cancro si è manifestato con drammatica chiarezza: 1,29 milioni di decessi, un’incidenza che assorbe quasi un quarto di tutte le perdite di vite umane registrate nell’Unione Europea.
Questa cifra, elaborata a partire dai database Ecir ed Ecis e presentata all’EUnetCCC Annual Meeting 2025, rivela un mosaico di realtà nazionali caratterizzato da marcate disomogeneità.
I tassi di mortalità oncologica, infatti, oscillano ampiamente tra gli Stati membri, con Polonia che registra un tasso di 331 decessi ogni 100.000 abitanti e Malta che si attesta a 209, una disparità significativa pari a 1,6 volte.
L’Italia, con un tasso di 256 decessi ogni 100.000 abitanti, si posiziona al di sotto della media europea, evitando circa 6.800 decessi in più rispetto a quanto previsto da un’applicazione diretta del dato continentale.
Questa apparente “positività” italiana, tuttavia, non deve offuscare la complessità del quadro generale.
L’analisi più profonda suggerisce che le disuguaglianze socioeconomiche, ancora profondamente radicate nel tessuto europeo, continuano a plasmare l’accesso alle cure e a influenzare gli esiti di salute dei cittadini.

Come sottolineato dall’epidemiologo Diego Serraino, queste statistiche non sono meri numeri, ma rappresentano la materializzazione di disuguaglianze sociali e territoriali.

Comprendere la radice di queste disparità – che spaziano dalla disponibilità di screening precoci alla qualità dell’assistenza post-diagnosi, passando per la prevenzione primaria e l’educazione alla salute – è fondamentale per indirizzare interventi mirati ed efficaci.
La presentazione si inserisce nel contesto più ampio della Joint Action EUnetCCC, un’iniziativa strategica sostenuta dal programma EU4Health e parte integrante del Piano Europeo di Lotta contro il Cancro (EBCP).
Questo piano ambizioso mira a ridefinire l’accesso alle cure oncologiche in Europa, con l’obiettivo di garantire, entro il 2030, a nove pazienti su dieci l’opportunità di ricevere terapie avanzate e personalizzate, indipendentemente dalla loro residenza geografica.
Il raggiungimento di questo obiettivo, tuttavia, implica un impegno radicale per l’equità e la solidarietà.

Richiede non solo investimenti significativi in ricerca e innovazione, ma anche un ripensamento profondo dei sistemi sanitari nazionali, promuovendo la condivisione di buone pratiche, la creazione di reti di riferimento oncologico transnazionali e l’adozione di approcci multidisciplinari che tengano conto delle specificità culturali e sociali di ogni Paese.

La sfida è complessa, ma la posta in gioco – la vita di milioni di europei – rende imperativo un’azione concertata e determinata.
L’eliminazione dei divari e l’armonizzazione delle cure oncologiche non sono solo un imperativo etico, ma anche un investimento strategico per il futuro dell’Europa.

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