Il Ponte Ancaranese, un’arteria vitale che lega le Marche e l’Abruzzo e testimone di oltre un secolo di storia, riapre un capitolo nuovo.
Dopo un periodo di interruzioni e limitazioni imposte da criticità strutturali, sono iniziati i lavori di messa in sicurezza che consentiranno un’apertura temporanea al traffico, un sollievo immediato per le comunità di Ascoli Piceno, Castel di Lama e Ancarano.
L’infrastruttura, eretta nel 1887 e sottoposta a vincoli di tutela dalla Soprintendenza, era stata dichiarata inagibile nel 2024 a causa di problematiche profonde alle fondazioni.
Fenomeni di scalzamento e rotazioni dell’impalcato avevano compromesso la sua stabilità, rendendo necessario un intervento urgente.
L’intervento, stimato in 1,5 milioni di euro, riflette un’accelerazione burocratica e operativa senza precedenti.
Progettato dall’Ufficio Speciale Ricostruzione e autorizzato dall’ordinanza speciale n. 122 del 2023, il percorso ha visto il via libera della Conferenza dei Servizi in soli due mesi, un tempo eccezionale considerando la complessità dell’opera.
L’imprevisto ritrovamento e la successiva rimozione di un ordigno bellico lungo il fiume Tronto, avvenuti a settembre, non hanno rallentato significativamente i tempi, grazie a una gestione tempestiva e specializzata.
L’approvazione del progetto esecutivo a novembre e l’affidamento dei lavori a breve distanza hanno segnato un ulteriore passo avanti verso la risoluzione della problematica.
La soluzione adottata è un intervento modulare, finalizzato a ripristinare immediatamente la funzionalità strategica del ponte in vista della costruzione di una nuova infrastruttura finanziata anch’essa dall’ordinanza 122.
Come sottolinea il commissario alla ricostruzione Guido Castelli, si tratta di una soluzione provvisoria, ma cruciale per garantire la continuità della viabilità, con la conclusione dei lavori prevista nei primi mesi del 2026, salvo imprevisti legati alle condizioni meteorologiche.
Il sindaco di Ancarano, Pietrangelo Panichi, ha espresso grande soddisfazione per l’avvio dei lavori, evidenziando l’importanza del ponte per la mobilità, la sicurezza e lo sviluppo economico del territorio.
La sua opera rappresenta un punto nevralgico per i collegamenti tra le due regioni, facilitando lo scambio di beni e persone.
Il progetto, concepito dall’ingegnere Ivo Vanzi, incarna un approccio innovativo che coniuga le competenze dell’ingegneria civile con l’ottimizzazione delle risorse pubbliche, come illustra il responsabile unico del procedimento (RUP) Tommaso Everard Weldon. Il piano prevede un consolidamento delle fondamenta attraverso iniezioni a bassa pressione, l’installazione di pali di ripristino e la realizzazione di archi rovesci sulle pile danneggiate, garantendo così la sicurezza e la funzionalità del ponte nel rispetto dei vincoli storici e paesaggistici.
L’intervento si pone come un esempio di come sia possibile coniugare urgenza e qualità, preservando il patrimonio storico e garantendo al contempo la vivibilità del territorio.







