La fragilità dell’esistenza umana si rivela spesso in modo inatteso, colpendo al cuore la linfa vitale di chi la dedica all’arte.
Per Fulvio Raduano, pianista di talento, la vita professionale, e con essa l’identità stessa, si è bruscamente sospesa a causa di una frattura scomposta di entrambe le spalle.
Un evento traumatico che ha scatenato l’angoscia più profonda: la prospettiva di un futuro privo di musica, un’impossibilità di esprimere la propria anima attraverso le tastiere.
La speranza, tuttavia, ha trovato terreno fertile nella competenza e nell’umanità del team ortopedico dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano.
Un percorso di cura intensivo, fatto di precisione chirurgica e riabilitazione mirata, ha permesso al pianista di riconquistare la mobilità e la funzionalità degli arti superiori.
Il ritorno alla piena operatività non è solo un sollievo personale, ma una vittoria contro la vulnerabilità del corpo e un inno alla resilienza umana.
Consapevole del debito che lo lega al personale sanitario che lo ha accolto e sostenuto, Fulvio Raduano ha deciso di trasformare il suo ritorno alla salute in un atto di generosità.
Il prossimo 12 febbraio, la sala convegni dell’ospedale si trasformerà in un palcoscenico improvvisato, dove il pianista offrirà un concerto pensato per esprimere gratitudine e per condividere la bellezza della musica con chi, in quel luogo, affronta sfide ben più complesse.
Questo gesto va oltre la semplice esibizione: si configura come un ponte tra il mondo dell’arte e quello della cura, un momento di conforto e di speranza per i pazienti, le loro famiglie e tutto il personale dell’ospedale.
La musica, in questo contesto, assume un significato ancora più profondo, divenendo veicolo di emozioni, di resilienza e di connessione umana, dimostrando la capacità dell’arte di lenire le ferite e di illuminare anche i momenti più bui.
La performance rappresenta una riaffermazione della forza dello spirito umano e una celebrazione della vita, restituita alla musica e condivisa con chi ne ha più bisogno.







