Nell’ambito della mostra “Vivi presenti pugnanti.
L’Aventino e l’antifascismo dopo Matteotti”, l’Istituto Alcide Cervi, in sinergia con l’Istoreco – Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea di Reggio Emilia, offre un’occasione di approfondimento storico cruciale: un seminario pubblico dedicato alla complessa e spesso trascurata stagione reggiana legata all’Aventino.
L’appuntamento, in programma sabato 15 novembre alle ore 15 presso la Biblioteca per ragazzi Il Mappamondo di Casa Cervi a Gattatico, si propone di illuminare le dinamiche politiche e ideologiche che animarono la regione emiliana nel biennio 1924-1925, un periodo drammatico segnato dall’ascesa inesorabile del fascismo.
Il gesto dei deputati dell’opposizione, che dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti abbandonarono il Parlamento in un atto di sfida morale e politica, rappresenta un momento apicale di resistenza civile.
Benché l’abbandono del Parlamento non riuscì a impedire l’instaurazione della dittatura, esso costituì una denuncia pubblica di straordinaria intensità e coraggio, segnando un punto di non ritorno nella coscienza collettiva.
Il seminario non si limita a commemorare questo gesto simbolico, ma intende decostruire la narrazione comune, spesso riduttiva, focalizzandosi sulle specificità del contesto reggiano.
La “sconfitta” dell’Aventino, tradizionalmente enfatizzata, viene qui ripensata alla luce delle nuove prospettive storiografiche, che ne evidenziano il valore duraturo e la portata morale.
Il focus si sposta dall’analisi delle mancate conquiste politiche a una rivalutazione delle dinamiche sociali, culturali e intellettuali che permisero la sopravvivenza di nuclei resistenziali e la trasmissione di valori democratici attraverso il confino, l’esilio e la clandestinità.
Reggio Emilia, come molte altre realtà del Paese, fu teatro di divisioni interne e di una repressione brutale, ma anche di tentativi coraggiosi di dialogo e di aggregazione tra forze diverse.
Come sottolinea Mirco Carrattieri, docente all’Università di Bergamo, la ricerca storica contemporanea invita a superare la lettura univoca della crisi del ’24-’25, concentrandosi sulle figure che, pur non appartenendo a una singola fazione politica, contribuirono a nutrire il seme della futura Resistenza.
Il seminario intende dunque restituire alla luce queste voci, spesso marginalizzate o dimenticate, come quelle di Prampolini, simbolo di un’impegno civile incrollabile, ma anche quelle di Cagnolati, Corgini, Fortichiari e Mossina, operai, intellettuali e attivisti che, con coraggio e determinazione, si opposero alla marcia inesorabile del fascismo.
Il seminario si pone, in definitiva, come un’occasione per riscoprire un laboratorio di democrazia, un crogiolo di idee e di valori che hanno profondamente influenzato la cultura civile italiana del secondo dopoguerra.







